Il caso del docente di Padova, assentatosi dal proprio posto di lavoro per un anno consecutivo 'grazie' a certificati e motivazioni varie, ha riproposto la questione legata alle assenze del personale scolastico. Occorre, però, precisare subito quello che è un dato di fatto: nel 2015 è diminuita, rispetto al 2014, la media dei giorni di assenza dei dipendenti pubblici, passando da 9,8 giorni all'anno a 9,2 giorni. In particolar modo, nel comparto scuola, le giornate saltate sono state mediamente 7,5 per ciò che concerne gli uomini e 9,7 per quanto riguarda le donne (per una media pari a 8,6 giorni l’anno).

Il governo, in ogni caso, sembra più che mai deciso ad operare uno stretto giro di vite per impedire ai cosiddetti 'furbetti del weekend' (soprattutto) di assentarsi con troppa facilità.

Ultime news scuola, domenica 29 gennaio 2017: governo, giro di vite contro i 'furbetti del weekend'

A Palazzo Vidoni si sta lavorando in questa direzione e, secondo le ultime indiscrezioni pubblicate dal sito specializzato Tecnica della Scuola, dobbiamo aspettarci 'un pugno duro' da parte dell'esecutivo: il decreto sul pubblico impiego che dovrebbe essere pronto entro la fine del prossimo mese di febbraio conterrà delle disposizioni mirate a contrastare tutti coloro che, in modo strategico, fruiscono dei giorni di assenza a ridosso del fine settimana.

Il Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, ha già sottolineato, infatti, come uno degli obiettivi del nuovo decreto sul pubblico impiego sarà quello di contrastare 'fenomeni anomali di assenteismo': in contrapposizione, saranno previsti, invece, dei premi a beneficio di tutti coloro che garantiranno più presenze nel corso del tempo.

Decreto sul pubblico impiego: Governo severo contro assenze facili

L'agenzia di informazione Ansa riporta la notizia che l'articolo 18 per i dipendenti statali resterà salvo ma si sta andando verso una revisione generale dei licenziamenti: tale provvedimento, inasprito dalla legge Brunetta, verrà applicato anche nei confronti di quei dipendenti pubblici che ne approfittano per 'pianificare' assenze strategiche, oltre alla punizione di condotte che vanno dallo scarso rendimento al rifiuto del trasferimento, passando attraverso comportamenti ancora più gravi come il furto, il peculato o la corruzione: in tutti questi casi, accertati in flagranza, scatterà l'immediata risoluzione del rapporto di lavoro.