In occasione della conferenza di organizzazione nazionale della FenealUil a Roma, questo 8 febbraio, Blasting News ha intervistato in esclusiva Carmelo Barbagallo, segretario generale della UIL. Ecco le sue dichiarazioni.

La situazione economica e sociale non riesce a decollare e in particolare fra i giovani la disoccupazione è sopra al 40%, come si può invertire la rotta?

"La cosa più tragica è il suicidio di quel ragazzo di 30 anni, Michele, con la motivazione di sentirsi un fallito perché non trovava un Lavoro stabile. Questa è la vera emergenza e ci fa sentire tutti colpevoli ma anche impegnati a trovare soluzioni per dare più lavoro ai giovani.

Occorre pure avvicinare la distanza fra sud e nord. Parlando del settore edilizia c'è l'esigenza di mettere in sicurezza il nostro paese sia dai terremoti sia dai dissesti idrogeologici. Il Piano Casa Italia è un punto di partenza ma vorrei che non si chiamasse Piano perché poi lo prendono alla lettera, chiamiamolo progetto e cerchiamo di velocizzarlo, perché da lì può venire una ripresa per l'economia attraverso il volano di un'edilizia di qualità. Ricostruire è qualitativamente più importante che cementificare, in modo da dare più lavoro ai giovani, perché in edilizia non si può certo salire fino a 70 anni sui tralicci o le impalcature: serve una staffetta generazionale consentendo ai giovani un lavoro stabile anche per poter fare figli".

A proposito di ricambio generazionale, in queste si parla molto di pensioni anticipate. Cosa chiedete al Governo su questo?

"Stiamo insistendo per farci convocare dal Governo per realizzare la seconda fase. In particolare pensando a quei giovani che fanno lavori non sempre continuativi, cercando di garantire loro una base contributiva per dare loro una pensione decente quando saranno anziani.

Ma la cosa principale è rimettere in moto l'economia, perché se non avviene questo è difficile trovare lavoro. Industria 4.0 è un'occasione importante però bisogna fare del benessere lavorativo la leva per aumentare la produttività, noi siamo pronti a fare la nostra parte anche per aumentare essa dal 25 al 40% costruendo fabbriche a misura di persona.

Sul Mezzogiorno, per favorire l'arrivo di nuove imprese, abbiamo detto di essere disponibili a contrattare a tempo determinato condizioni favorevoli di impresa sull'organizzazione del lavoro, sull'orario e sul salario, tornando poi in seguito alla normalità. Aspettiamo che qualcuno si ponga il problema non del profitto ma del futuro del Paese".

'I referendum sul lavoro CGIL possono essere evitati cambiando le norme'

La CGIL ha proposto due referendum sul lavoro, che potrebbero essere votati nei prossimi mesi, la UIL quale posizione ha?

"Intanto noi abbiamo fatto lo sciopero generale sul Jobs Act perché su quei provvedimenti eravamo contrari. Abbiamo pure portato del carbone in Parlamento quando i giovani del McDonald's ci hanno spiegato che era una nuova forma di precariato che sarebbe stata estesa a tutto il Paese.

Quelle norme Biagi le aveva pensate per lavori eccezionali, di cura alle persone o per studenti e pensionati, mentre invece alla fine sono utilizzate in edilizia in modo criminale per coprire le morti bianche ma anche in altri settori per coprire il lavoro nero, e non per farlo emergere. Coerentemente abbiamo chiesto che si intervenisse con la contrattazione, perciò noi siamo stati contrari ai referendum della CGIL. E mi fa piacere che molti settori di quel sindacato, ma anche la stessa Camusso, abbiano detto che se viene fatta una modifica radicale e seria loro rinuncerebbero allo strumento referendario. Noi vogliamo che si crei una simile impostazione. Ci sono in Parlamento diversi disegni di legge, chiediamo al Governo e alle Camere di fare una sintesi per evitare un referendum che non servirebbe a niente, sarebbe inutile: in alcuni lavori se non c'è il voucher c'è il lavoro nero tout court, inoltre se non si raggiunge il quorum si rischia di non parlarne più, io invece voglio un cambiamento".