Procede come da programma l’iter per l’approvazione della riforma della Pubblica Amministrazione partorita dal ministro Madia. Come riporta “Italia Oggi”, il Consiglio dei Ministri ha licenziato con parere favorevole il Testo della riforma che adesso prosegue il suo percorso approvativo, che dovrebbe essere completato in circa 3 mesi. Si passa alle due Camere per poi cercare l’intesa con le Regioni, non prima di valutare correttivi e proposte che, probabilmente, in questo lasso di tempo arriveranno dai sindacati. Probabilmente sarà necessario convocare altri incontri con le parti sociali, anche perché c’è da risolvere l’annosa questione del rinnovo del contratto come sentenza della Corte Costituzionale vuole.

In riferimento alla Consulta, inoltre, sembra che adesso non ci siano più problemi di incostituzionalità della riforma, dopo gli appunti che i Giudici Costituzionali avevano mosso al Governo su alcuni punti della riforma, oggi evidentemente corretta. Ma cosa cambia alla luce di questa riforma voluta dal Ministro Madia e dal Governo?

Assunzioni

Confermato il piano straordinario di assunzioni, la misura che dovrebbe risolvere la questione dei precari della Pubblica Amministrazione. Per il Ministro Madia questo è un punto importante perché consentirà agli Enti di assumere finalmente i lavoratori già in organico e per i quali già paga lo stipendio. SI risolverà l’anomalia dei precari storici, quelli che da almeno tre anni lavorano alle dipendenze degli Enti Pubblici, ma che non sono propriamente in organico.

Il tutto senza costi aggiuntivi per le casse statali perché, come ama ripetere il ministro, per questi lavoratori, gli Enti già pagano. Il piano che porterà alla stabilizzazione di 50.000 precari storici, sarà fatto alla luce del fabbisogno degli Enti, in un periodo triennale, cioè entro il 2020. Una possibilità anche ai co.co.co che non hanno superato prove di selezione, per i quali si avvieranno concorsi che saranno dedicati a coloro che hanno 3 anni di lavoro nelle PA anche non continuativi, svolti negli ultimi 8 anni.

In virtù di questo piano di assunzione che spingerà gli Enti ad utilizzare le risorse interne, viene fatto divieto di stipulare rapporti di collaborazione esterne. In alternativa al personale già alle dipendenze, si potranno stipulare solo affidamenti a professionisti e tecnici di comprovata qualità, ma che si adopereranno come lavoratori autonomi e senza indicazione della sede di lavoro.

Licenziamenti e premi di produttività

Una parte importante della Riforma Madia è quella che intende superare la logica del merito a tutti i costi dell’ex Ministro Brunetta, quella che distingue i dipendenti tra cattivi e virtuosi e che dimentica la logica di squadra che dovrebbe essere un fattore predominante in un lavoro al servizio della collettività. Questo quanto ribadito sempre dalla Madia, che ha commentato l’esito del passaggio in CDM della sua riforma in una intervista a Sky. Conferma anche per il licenziamento sprint, quello che porta il lavoratore ad essere sospeso in 48 ore dalla contestazione ed a perdere il lavoro in 30 giorni. Nessun ritocco all’Articolo 18 che consente di reintegrare il lavoratore ingiustamente allontanato dal posto di lavoro.

Inasprite le cause che portano a rischiare di essere licenziati, che vanno dai gravi e reiterati comportamenti, alla falsa attestazione di presenza (i furbetti del cartellino), alle malattie false (per allungare week end e ponti) ed allo scarso rendimento in una valutazione triennale. Per i premi di produttività, stop alla erogazione a pioggia, ma stop anche alla teoria di Brunetta che voleva i premi divisi solo tra il 25% dei dipendenti meritevoli. I premi vengono lasciati alla contrattazione con i sindacati, come da loro espressamente richiesto. Infine, ok alla valutazione dei dipendenti anche attraverso l’ascolto e la soddisfazione espressa dai cittadini che sono gli utenti finali dei servizi delle Pubbliche Amministrazioni.