Riparte da via Veneto 56 a Roma il confronto sulla riforma Pensioni tra il Governo Gentiloni e le parti sociali. A coordinare il tavolo non ci sarà più l'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Tommaso Nannicini, ma sarà direttamente il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. L'appuntamento con i segretari generali dei sindacati più rappresentativi - Cgil, Cisl e Uil - è in programma martedì prossimo, 21 febbraio, nella sede del ministero di via Veneto 56 . L'incontro darà il via al nuovo tavolo di confronto sui temi legati alla previdenza e per fare il punto della situazione sull'attuazione delle misure pensionistiche varate con la legge di Bilancio 2017, come riportato oggi dall'Ansa.

Si tratta di uno degli incontri più importanti nell'agenda politica e sindacale della prossima settimana.

Pensioni, il 21 febbraio il tavolo tra esecutivo e parti sociali

Dunque si cercherà di definire modi e tempi di attuazione dell'Anticipo pensionistico sociale e volontario, delle misure che prevedono benefici per i lavoratori precoci che hanno cominciato a lavorare in giovanissima età (diverse proposte prevedono la Quota 41 per tutti i pecoci), dell'Opzione donna estesa che in tanti chiedono di rendere strutturale o di prorogare ulteriormente fino al 2018, dell'ampliamento della no tax area pensionati, dell'aumento e dell'estensione della quattordicesima anche alle pensioni più basse, del cumulo gratuito dei contributi pensionistici versati in diverse casse previdenziali pubbliche e private.

Dall'Opzione donna al cumulo gratuito dei contributi

Quest'ultimo punto del capitolo previdenziale è stato tra l'altro ieri al centro di un confronto tra tecnici e rappresentanti del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e tecnici e rappresentanti dell'Adepp (Associazione degli Enti previdenziali privati e privatizzati), guidati dal presidente Alberto Oliveti.

Novità anche sulle pensioni, intanto, sono in arrivo con il decreto Milleproroghe che ha avuto ieri il via libera dall'aula del Senato e che dovrà adesso passare al vaglio della Camera. Secondo quanto prevede il decreto legge i pensionati non dovranno più restituire, almeno per quest'anno, le somme in più percepite nel 2015 (il recupero del differenziale rispetto alla minore inflazione). Così sarà almeno fino al 2018, a meno che non intervengano nuovi interventi legislativi in merito. Il conguaglio, che sarebbe dovuto scattare nel 2017, slitta quindi di un altro anno.