Via libera al decreto di riforma della Pubblica Amministrazione che aprirà, a marzo, anche alla fase delle trattative per il rinnovo dei contratti degli statali. Il Consiglio dei ministri del Governo Gentiloni ha approvato cinque decreti di riforma del pubblico impiego nella giornata di giovedì 24 febbraio che, sommati ai precedenti, concludono un lavoro durato ben 3 anni e l'approvazione di venti decreti totali. Le principali novità riguarderanno l'assunzione dei lavoratori statali precari, gli stipendi, la valutazione e i premi dei dipendenti della Pubblica amministrazione e le nuove regole sulle assenze, sui licenziamenti e sui controlli fiscali.

Riforma Pubblica amministrazione e contratti statali 2017: cause di licenziamento

Proprio quest'ultimo capitolo è quello sul quale il ministro Madia ha concentrato le maggiori attenzioni nell'atto di stesura del decreto di riforma del pubblico impiego: gli statali dovranno prestare particolare attenzione a non incorrere nelle cause di licenziamento. Infatti, la riforma della Pubblica amministrazione prevederà l'allargamento dell'operatività del licenziamento sprint, ovvero di quella particolare procedura veloce già applicata nei casi dei furbetti del cartellino, che prevede la sospensione entro quarantotto ore dal lavoro e l'azione disciplinare da concludere nel giro di trenta giorni. Tale procedura verrà allargata a tutti i casi nei quali gli statali verranno colti sul fatto nel compimento di comportamenti giudicati scorretti.

Pubblica amministrazione: riforma e contratti statali 2017, occhio alla valutazione

Ulteriore novità compreso nella riforma della Pubblica amministrazione sarà il licenziamento dovuto a scarso rendimento: gli statali che, nell'arco di tre anni, riceveranno 3 valutazioni negative, potranno subire il licenziamento. Inoltre, i dipendenti statali che violeranno in maniera ripetuta il codice deontologico potranno subire la massima sanzione.

In tal caso, scrive Il Messaggero, è necessario prestare attenzione ai regali troppo costosi. Al licenziamento saranno soggetti anche i dirigenti statali che non avvieranno le procedure disciplinari, quando dovute.