Le ultimissime novità al 27 marzo 2017 sulle pensioni precoci giungono in parte dal segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli ed in parte da Poletti. Il primo accusa il Governo di aver posto troppi paletti per consentire l'accesso alle Pensioni anticipate, nello specifico ritiene non superate le criticità che riguardano il vincolo temporale dei 6 anni continuativi imposti sui mestieri gravosi e la differente considerazione, ai fini pensionistici, dei disoccupati che hanno subito un licenziamento rispetto ai disoccupati a cui è scaduto il contratto, che non rientrerebbero tra i beneficiari dell'APE social e della Q41.

Il Ministro del lavoro Poletti, dal canto suo, accoglie le critiche costruttive dei sindacati e si dice favorevole a modifiche sui due fronti. I dettagli e le novità al 27/3/2017.

Pensioni precoci 2017, c'è la volontà politica di effettuare modifiche?

Per Ghiselli (Cgil) le restrizioni sui requisiti di accesso alla pensione anticipata non eliminate dal Governo, in vista della firma sui decreti attuativi, rischiano di mettere a repentaglio, restringendola ulteriormente, la platea dei possibili beneficiari e quanto raggiunto ad oggi nei tavoli di confronto tra Governo e parti sociali. Secondo la Cgil i requisiti di accesso alla pensione anticipata fruibile dal 1 maggio sono troppo rigidi e talvolta discriminatori nei confronti di talune categorie di lavoratori.

È vero, dice il sindacalista, che a ore verranno emanati i decreti da parte del Consiglio dei ministri, però vi sono alcuni aspetti, che faticano a trovare risposte. Per sopperire a ciò, aggiunge, abbiamo chiesto e in parte ottenuto la disponibilità del governo a fare ulteriori approfondimenti. Approfondimenti che saranno utili per trovare ulteriori strumenti atti a correggere alcuni aspetti che rischiano di ridurre in maniera significativa la positività delle misure.

Misure che almeno in parte erano state accolte positivamente anche dai lavoratori precoci, che seppur non totalmente soddisfatti della concessione parziale della Q41 avevano quantomeno apprezzato l'apertura del Governo nei loro confronti. Questi ulteriori restringimenti di platea non hanno fatto altro che alimentare diffidenza nei confronti del Governo e rabbia per le disuguaglianze tra lavoratori, tutti ugualmente disoccupati, che la misura, se non si apporteranno le necessarie modifiche, rischia di generare.

Poletti assicura che si cercherà di porre rimedio a tali storture.

Pensioni 2017, focus precoci: sindacati e Poletti concordi a modifiche

I sindacati ritengono debbano essere rivisti i criteri di accesso per i lavoratori che hanno svolto mansioni gravose, in quanto, specifica Ghiselli, per taluni è difficoltoso poter maturare il requisito richiesto dei 6 anni continuativi nel medesimo mestiere gravoso. Il rischio è di tagliare fuori, specifica, quei settori dove è presente alta discontinuità lavorativa, come l’edilizia, le imprese di pulizie, le cooperative sociali. Stessa amara sorte per i lavoratori senza occupazione che sembrano essere divisi tra i più 'fortunati': quelli che sono stati licenziati e che sono senza ammortizzatori da almeno 3 mesi, che di diritto dovrebbero accedere alla quiescenza e quelli che si sono ritrovati disoccupati a termine del contratto a tempo determinato che, invece, sarebbero tagliati fuori dalla misura.

Quindi, precisa Ghiselli, per assurdo un lavoratore che dopo un periodo di Naspi, di mobilità, trova un lavoro a termine per qualche mese non potrebbe accedere ai benefici, pur possedendo gli altri requisiti. Poi aggiunge convinto "per modificare questa ingiustizia, non è sufficiente un decreto, ma serve una norma nuova in tempi rapidi". Poletti, dice il sindacalista rassicurando in parte i lavoratori precoci, ha considerato fondate le nostre argomentazione e si è impegnato a verificare se esista o meno un veicolo normativo che consenta, in fase di firma decreti, di inserire le modifiche attraverso emendamenti. Speriamo, dice, mantenga la promessa.