Altro che inviare curriculum per trovare lavoro, i giovani dovrebbero giocare a calcetto. Questa è la ricetta di Giuliano poletti, attuale ministro del Lavoro, che ha fatto indignare la maggior parte dei ragazzi italiani. Non è la prima volta che il ministro proferisce parole 'forti', che suscitano polemiche. Nelle ultime ore, Poletti ha espresso la sua opinione a Bologna, presso l'istituto Manfredi Tanari. Il rapporto di lavoro, per il politico, è un 'rapporto di fiducia', quindi è possibile trovarlo prima giocando a calcetto, non inviando curriculum.

I consigli di Poletti ai giovani

Nel corso della sua visita all'istituto Manfredi Tanari di Bologna, Giuliano Poletti ha risposto alle svariate domande degli studenti sull'avvicendamento tra studio e lavoro. Il ministro ha anche dato consigli importanti ai ragazzi, ricordando che vivono in una zona del Paese dove sono radicate molte imprese, come la Ducati, la Lamborghini, la Ferrari e la Maserati, aziende celebri in tutto il mondo. Per Poletti lavorare durante l'orario scolastico non sempre rende felici ma 'intanto vedi un mondo'. I ragazzi italiani, secondo il ministro del Lavoro, dovrebbero preferire le partite di calcetto all'invio dei curriculum per trovare lavoro. Il popolo del web si è indignato e sui social sono stati postati commenti al vetriolo.

La critica di Paolo Ferrero

Il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, ha biasimato Poletti, sottolineando che è proprio lui quello che dovrebbe andare a giocare a calcetto, invece di ricoprire l'importante ruolo di ministro: 'Almeno non prenderebbe in giro i disoccupati e i giovani'. Qualcuno, comunque, ha provato a schierarsi dalla parte del 65enne, sostenendo che 'il suo problema è solo la forma'.

Poletti non ha certamente voluto deridere nessuno, rammentando solamente che oggi il mondo del lavoro è cambiato e si basa sempre di più sulla fiducia tra datore di lavoro e lavoratori: ecco perché giocare a calcetto sarebbe preferibile all'invio dei curricula. I deputati pentastellati della Commissione Lavoro hanno parlato di 'calcio in faccia ai molti giovani disoccupati'.