"I decreti sull'Anticipo Pensionistico sono in ritardo": lo ha dichiarato oggi in una nota il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, in vista dell'incontro sulla riforma Pensioni tra governo e organizzazioni sindacali previsto per domani 23 marzo a partire dalle ore 9 nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. L'Ape (sociale e volontario) dovrebbe partire da maggio, le domande per i 2017 si dovrebbero poter presentare entro giugno, ma di fatto ancora non sono stati emanati i decreti attuativi della presidenza del Consiglio dei ministri.

Pensioni, Damiano: rendere operativi decreti Ape

"Le misure previste nella legge di Bilancio - ha ribadito oggi Damiano in vista dell'incontro tra esecutivo e parti sociali - devono diventare operative dal primo maggio. Nel Paese - ha sottolineato - c'è molta attesa". Secondo l'ex ministro del Lavoro del Governo Prodi, l'incontro di domani tra il ministro Giuliano Poletti e i leader di Cgil, Cisl e Uil (rispettivamente Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagllo) "sarà decisivo - ha detto - per chiudere la partita". Partita che si gioca intanto sui decreti attuativi delle misure previste nella manovra economica per il 2017 ma anche sulla seconda fase della riforma pensioni che dovrebbe essere focalizzata su giovani e donne nonché sulla rivisitazione del sistema di calcolo contributivo e dunque modifiche alla tanto contestata legge Fornero.

'Pensione contributiva di garanzia per i giovani'

"Oltre al decollo dell'Anticipo pensionistico e delle altre misure - ha evidenziato Cesare Damiano - va affrontata la 'seconda fase', come previsto - ha ricordato - dal verbale d'accordo di sindacati e Governo". Così come il precedente tavolo di confronto avviato dal Governo Renzi anche in questo caso l'esecutivo guidato dal premier Paolo Gentiloni punta a sottoscrivere un verbale d'intesa con le parti sociali.

"C'è un tema - ha proseguito Damiano - di particolare rilevanza, quello relativo all'introduzione della pensione contributiva di garanzia per i giovani. La nostra proposta - ha aggiunto - è quella di uno zoccolo di base pari all'assegno sociale, circa 500 euro mensili, sul quale - ha spiegato il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio - appoggiare la pensione che verrà tutta calcolata con il sistema contributivo".