Dal recente confronto con i sindacati arriva non solo un'importante conferma circa la data di apertura alla presentazione delle domande per l'APE social, ma anche la scadenza da tenere presente per la chiusura dei termini. Parliamo rispettivamente del 1° maggio e del 30 giugno 2017. Per poter diventare operativo, il pacchetto di riforma previdenziale dovrà però vedere arrivare i decreti attuativi, sulla cui definizione stanno lavorando i tecnici del Governo. Le istruzioni riguarderanno non solo l'APE sociale, ma anche i lavoratori precoci che potranno fruire della nuova Quota 41.

Si tratta quindi di una finestra unica che si fermerà alla fine di giugno e che il prossimo anno risulta invece fissata al 31 marzo. Scadenze che dovrebbero servire per l'applicazione degli strumenti di analisi e per il controllo dei flussi di pensionamento, visto che l'accoglimento delle domande dipenderà dai fondi stanziati e sarà monitorato dall'Inps attraverso un apposito contatore.

Pensioni flessibili: APE e Quota 41 legati ad accesso programmato

Resta comunque elevata la preoccupazione dei lavoratori, stretti tra l'incertezza di regole attuative che potrebbero rivelarsi più rigide rispetto a quanto ipotizzato inizialmente e filtri di accesso che seppur orientati a garantire chi si trova in una situazione di maggiore disagio, potrebbero di fatto far slittare parte delle domande all'anno successivo.

Molto dipenderà dalla coerenza tra le stime dei tecnici e le effettive richieste dei lavoratori. Di sicuro una finestra di accesso così ristretta non piace alle parti sociali, che al contrario chiedevano maggiore flessibilità ed un allargamento della platea dei potenziali beneficiari.

L'impegno del Governo al rispetto della scadenza per l'avvio delle misure

Dall'altro lato della barricata il Governo ha espresso la propria volontà di rispettare la scadenza fissata per l'avvio dell'anticipo pensionistico all'inizio di maggio. Lo ha ribadito il coordinatore delle Policy Unit dell'esecutivo Marco Leonardi, spiegando che "proprio per questo vogliamo restare in linea con i tetti di spesa".

Una posizione differente significherebbe far correre il rischio di una bocciatura ai decreti attuativi, nel momento in cui verranno sottoposti a CdS e Corte dei Conti. Sullo sfondo resta anche la trattativa con le associazioni di banche e assicurazioni per stipulare le convenzioni relative all'Ape volontaria; un ulteriore aspetto che deve necessariamente essere definito prima che i lavoratori possano procedere con le domande di uscita anticipata legate ai criteri di mercato.

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