Passo importante nella riforma della Scuola e, in particolare, degli asili nido e nelle scuole materne nell'ambito del decreto 0-6 della Buona scuola, in attesa dell'approvazione definitiva del Governo Gentiloni. Maestre e maestri, educatori ed educatrici dovranno essere necessariamente laureati per poter insegnare nelle scuole secondo quanto previsto dal decreto di educazione ed istruzione dalla nascita all'età di 6 anni. Dopo il parere positivo delle Commissioni Cultura delle due Camere del Parlamento, il provvedimento attende la definitiva emanazione per poter essere già a regime per l'anno scolastico 2017-2018.

Maestre ed educatori asili e scuola infanzia: dal 2017/18 serve la laurea

Lo stesso provvedimento prevede anche il bonus per gli asili nido, un voucher di centocinquanta euro per aiutare le famiglie nell'iscrizione dei propri figli agli asili e alle scuole materne. Mentre, nell'ambito delle insegnanti, il decreto stabilisce che per poter prestare servizio negli asili nido e nelle scuole materne, le educatrici dovranno possedere la laurea triennale, mentre fino a quest'anno poteva andar bene il dipoloma regionale di puericultrice. Invece, per insegnare nelle scuole dell'infanzia occorrerà il titolo di studio della laurea magistrale, necessità quindi che richiederà la specializzazione nel settore per l'accesso all'insegnamento.

Per le maestre che sono già in servizio, invece non cambierà nulla: i nuovi titoli per l'accesso riguarderanno solo i prossimi reclutamenti.

Scuola infanzia e asili 2017/18: specializzazioni docenti 0-3 e 3-6 anni

Si tratterà, pertanto, di una riforma e di una diversa specializzazione per l'insegnamento negli asili e nelle scuole materne: da zero a tre anni e da tre a sei anni.

Un insegnante delle scuole dell'infanzia che voglia lavorare in un asilo nido dovrà conseguire altri sessanta crediti formativi di tipo universitario. In tal modo, il settore dei bimbi da 0 a 3 anni farà parte dell'istruzione e non più del welfare. La riforma mirerà, infine, ad avvicinare l'Italia alla media europea per quanto riguarda la presenza di asili nido e il numero di posti: solo in Emilia Romagna si registra una percentuale accettabile (26,7 per cento), mentre nel resto dell'Italia la copertura arriva appena al 17 per cento rispetto alla popolazione.