Il decreto 25/2017 abolisce definitivamente i voucher, da oggi 18 marzo non si potranno più acquistare i "buoni Lavoro" per pagare la badante, lavori occasioni o domestici. I voucher comunque acquistati entro il 17 marzo potranno essere utilizzati entro e non oltre la fine dell'anno.

Come funziona il decreto?

Il Governo ha definitivamente cancellato i voucher, senza sentire le parti sociali in causa (salvo la Cgil che chiedeva la cancellazione totale) né i pareri delle altre forze politiche. Dunque è tutto finito, per sempre. Da oggi si è ufficialmente creato un vuoto legislativo poiché non sarà più possibile utilizzare un voucher per pagare una colf che per qualche ora mette a disposizione la sua prestazione in casa.

Sarà necessario chiamare un consulente del lavoro, fare un contratto a chiamata, oppure indeterminato con tutti gli oneri del caso per entrambe le parti. Vale lo stesso per l'agricoltura e per tutti i lavori stagionali per i quali si creerà un vero e proprio "vuoto" normativo.

Già da prima il Governo avrebbe dovuto stilare un piano normativo per regolarizzare questi piccoli lavori ed offrire quindi tutele per tutte le parti in causa. Probabilmente per la paura del referendum promosso dalla Cgil è stato deciso di tagliare la testa al toro definitivamente.

Rischio (autorizzato) al lavoro nero, anzi grigio

Come si può vedere dai dati diffusi da Inps e Ministero del Lavoro i voucher sono, o meglio erano, utilizzati in maggioranza nel mondo del terziario e che gli utilizzatori di questi voucher sono persone che hanno già un primo lavoro, oppure studenti, pensionati o beneficiari di ammortizzatori sociali o famigliari.

Cancellare di colpo l'istituzione del voucher potrebbe alimentare il lavoro nero, che già in Italia tocca punte piuttosto alte.

La giustificazione dell'abuso sull'utilizzo dei voucher non regge: il fallimento dello Stato sociale è proprio questo. Uno Stato che non riesce a prevenire e reprimere gli abusi e lo sfruttamento sul luogo di lavoro e che preferisce eliminare drasticamente un'istituzione anziché intervenire a tutela dei piccoli lavoratori e delle categorie deboli, come studenti e pensionati.