l’approvazione senza modifiche del decreto, avvenuta in Senato mercoledì 19 aprile, i voucher scompariranno dal mondo del lavoro. La notizia ha trovato favorevole riscontro nelle dichiarazioni dei sindacati, CGIL in prima linea. Molti però sono gli scettici, quelli che considerano un errore la loro abolizione. Una cosa certa è che questi buoni lavoro, sono, insieme alla naspi, i due fattori che stanno continuando a penalizzare i lavoratori stagionali e che probabilmente, sortiranno effetti ancora peggiori nel 2018.

Mobilitazione

Sulla NASPI, l’indennità unica di disoccupazione figlia del Jobs Act di Matteo Renzi, soprattutto per quanto concerne l’impatto sui lavoratori stagionali, si è detto già tutto.

L’indennità è erogata in misura pari alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente l’anno in cui si perde lavoro. Questo a meno che, i periodi di lavoro dei 4 anni, non abbiano già dato luogo ad un’altra indennità di disoccupazione come l’ASPI, la requisiti ridotti e così via. Evidente che per via di questo vincolo, i lavoratori stagionali che annualmente, coprono la perdita di lavoro per la chiusura di alberghi, stabilimenti ed altre strutture turistiche, cioè il periodo invernale, con i sussidi per disoccupati INPS. Cancellando i periodi che i lavoratori hanno già utilizzato, il periodo utile al calcolo della durata sarà quello della stagione appena iniziata o che si accinge ad iniziare.

Pochi mesi di disoccupazione, cioè pari alla metà dei mesi che si lavoreranno nel 2017. Il Governo, non ha cambiato la norma ma è intervenuto aumentando di un mese la durata della Naspi per questa tipologia di lavoratori. Gli stagionali rischiano di accumulare diversi mesi di assenza totale di reddito, avvicinandosi pericolosamente alla soglia della povertà.

Per questo, l’Associazione dei lavoratori stagionali della Costiera Amalfitana, ha scritto una lettera aperta al Premier Gentiloni chiedendo aiuto proprio in materia di Naspi. Lo stesso a Taormina, dove la CISL siciliana ha consegnato al Governatore Crocetta copia della petizione da 5.000 firme raccolte nel 2016 ed inviate, senza risposta al Ministro Poletti.

In pratica, in molte regioni italiane, i lavoratori del settore chiedono sostegno e tutele.

Il 2018 anno nero

Alle evidenti problematiche della NASPI, per i lavoratori stagionali si sono aggiunte le problematiche dell’utilizzo abnorme dei voucher appena aboliti e che rischiano di sortire un effetto negativo anche nel 2018. Il settore turistico infatti è quello dove si è registrato l’utilizzo maggiore dei voucher, insieme al settore agricolo. Lavoratori che sono stati pagati con i buoni al posto della classica assunzione a tempo determinato. Un meccanismo che, con tutta probabilità è causa della drastica riduzione dei contratti di lavoro stipulati nel settore durante il 2016. L’abolizione dei voucher ha una sua fase transitoria, fino al 31 dicembre 2017.

In questi mesi, coloro che li hanno già acquistati, potranno e dovranno spenderli, per non perderli. Si può facilmente ipotizzare un largo utilizzo di questi buoni da qui a fine anno. Il lavoro retribuito in voucher è coperto da contributi utili alla pensione dei lavoratori, ma nella gestione separata. Con i voucher invece, non si maturano ferie, permessi, tredicesima, festivo, notturno, straordinario ,TFR ed anche la NAPSI, cioè con i voucher si perdono molti diritti. L’utilizzo dei buoni a copertura delle prime settimane di lavoro anche per lavoratori storici delle strutture alberghiere, abbatterà il reddito di molte famiglie italiane che si basano per tirare avanti, dal reddito delle stagioni lavorative.

Se a questo si aggiunge il fatto che i periodi coperti da voucher non saranno utili per la disoccupazione indennizzata INPS, il danno sarà pesantissimo, riducendo ancora di più il periodo utile alla prossima indennità che rischia di non arrivare al prossimo dicembre, per lavoratori che termineranno di lavorare a settembre.