L'Ape Social come noto, è indirizzata a tutti coloro che versano in condizioni familiari particolarmente disagiate: lavoratori che siano in possesso di una invalidità superiore al 74%, che assistano un familiare con una disabilità superiore al 74% o che siano disoccupati che abbiano esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Una novità importante introdotta dal governo lega ora coloro che assistono un familiare disabile godendo dei diritti della legge 104, all'Ape Social.

Vediamo qual è la novità

Il governo Gentiloni con il varo del decreto per l'attuazione dell'Ape Social, ha introdotto un'importante novità per i fruitori della legge 104 che prestino assistenza ad un disabile in famiglia.

Coloro che godono di tale diritto, hanno la possibilità di richiedere l'Ape Social purchè in possesso dei requisiti di legge per potervi accedere: 63 anni compiuti, l'aver raggiunto una contribuzione pari a 30 anni, di essere a non meno di 3 anni e 7 mesi dal raggiungimento della pensione e l'aver già maturato una pensione superiore almeno di 1,4 volte il minimo Inps di 702 euro.Per fare un esempio pratico, un lavoratore per trovarsi nella posizione pensionistica idonea, deve aver maturato una pensione che gli consenta almeno questo calcolo: 702 x 1,4 = 983 euro.

Congedo di due anni o Ape Social?

Un particolare fondamentale da tenere in considerazione, è che i fruitori di legge 104 potranno anche scegliere se richiedere i due anni di congedo per l'assistenza del familiare disabile o se effettuare la richiesta per l'Ape Social, purchè raggiunti i requisiti legali.

Nel caso della prima scelta, il pensionando potrà ricevere un totale massimo lordo di 70mila euro, più una indennità pari all'ultima retribuzione lavorativa che sarà erogata dal suo datore di lavoro. Nel caso della seconda scelta, il calcolo pensionistico si baserà sulla rata di pensione maturata dal lavoratore al momento della richiesta dell'Ape, potendo così arrivare a percepire una somma mensile che non dovrà sforare i 1500 euro lordi.

In caso di sforamento, la quota in eccedenza dovrà essere restituita dal pensionato in rate ventennali.

Per qualunque delucidazione chiunque sia interessato alla richiesta, può rivolgersi oltre che direttamente alle sedi Inps, anche a patronati ed associazioni sindacali. È assolutamente necessario restare aggiornati sulle tempistiche di inizio e fine richiesta, in quanto per ora il governo sembrerebbe voler confermare l'apertura delle domande i primi di maggio 2017 e la chiusura il 30 giugno 2017, ma nello sfortunato caso di eventuali variazioni, bisognerà essere a conoscenza dei cambiamenti.