Torniamo ad approfondire un tema che abbiamo già trattato in diversi articoli della nostra rubrica "Parola ai Comitati", ovvero il Ddl 4196 a firma dell'On Maria Luisa Gnecchi in merito all'estensione del pensionamento anticipato ai lavoratori ed alle lavoratrici dipendenti del settore privato in deroga rispetto a quanto previsto dalla Manovra Fornero. La normativa consente infatti di accedere all'Inps con almeno 64 anni, così come scritto all'interno della stessa legge n.201 del 2011. Purtroppo tale possibilità è risultata recentemente preclusa da un'interpretazione dell'Inps per coloro che hanno accumulato nel corso della propria carriera contributi figurativi o da riscatto e prima ancora quando i lavoratori non risultavano in costanza di attività lavorativa dipendente nel privato al 28 dicembre 2011.

Oltre allo scioglimento di tale vincolo, l'intenzione del legislatore mira a consentire la quiescenza anche alle cosiddette lavoratrici quindicenni (così come previsto dal Dlgs n. 503 del 1992).

L'interpretazione restrittiva dell'Inps e l'intervento della Commissione lavoro

Stante la situazione, la Commissione Lavoro della Camera è intervenuta sulla vicenda a seguito di una prima circolare Inps risalente al 2012 (la n. 35 per quell'anno di riferimento), con la quale associava la condizione di lavoratore dipendente del settore privato alla condizione che i lavoratori destinatari della misura fossero in attività al 28 dicembre del 2011. Di fatto, l'interpretazione escludeva tutti coloro che non rispettassero tale vincolo, creando una disparità di trattamento non prevista dal legislatore.

Una successiva circolare Inps, diramata dopo un confronto con il MdL, ha poi rivisto tale condizione, permettendo l'uscita a 64 anni anche per chi al 28/12 non risultava più impiegato nel settore privato perché disoccupato, autonomo o dipendente pubblico. In questo caso specifico, erano state previste però ulteriori condizioni, legate all'assenza di contribuzione volontaria o figurativa per la maturazione dei requisiti.

Proprio quest'ultima questione è ora al centro del nuovo DDL in discussione la prossima settimana alla Camera.

L'intervento di flessibilità previdenziale in favore delle quindicenni

Per quanto concerne invece la proposta d'intervento in favore del pensionamento anticipato per le lavoratrici che hanno accumulato 15 anni di versamenti al 31/12 del 2012 e che risultano nate nel 1952, il disegno di legge punta all'estensione del diritto di quiescenza.

Questo perché l'interpretazione dell'Istituto di previdenza è risultata anche in questo caso restrittiva, non avendo riconosciuto il requisito dell'anzianità contributiva ed avendo vincolato l'accesso a coloro che possiedono almeno 20 anni di versamenti. Per capire in che modo si evolverà la situazione, non resta quindi che attendere l'esito del prossimo passaggio parlamentare.

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