Oltre 6 milioni di Pensioni potrebbero avere diritto ad aumenti ed integrazioni che rischiano di andare perduti se non espressamente richiesti all’Inps. L’allarme è stato lanciato da tempo dai sindacati, ma solo nelle ultime settimane la questione è diventata oggetto di primario interesse sotto la dicitura di ‘diritti inespressi’. Una formula che, in realtà, non rende immediatamente palese quella che è la gravità del problema, anche perché questo riguarda in particolare le fasce socialmente più deboli dei pensionati, quella che ha minor dimestichezza con gli strumenti informatici e con i termini tecnici e che rischia, quindi, di rimanere vittima della propria disinformazione.

E’ il caso, quindi, di fare chiarezza su cosa si intende per ‘diritti inespressi’ e, soprattutto quali sono e come fare per non perdere questi diritti che riguardano possibili integrazioni a pensioni già misere.

Diritti inespressi, cioè arretrati su aumenti e integrazioni delle pensioni

Tecnicamente, i diritti inespressi sono quelli che possono essere fatti valere solo se espressamente richiesti a livello individuale. Nel caso delle pensioni, questi riguardano tutti i possibili aumenti o integrazioni spettanti sull’assegno previdenziale anche dopo la sua prima erogazione che però non vengono liquidati automaticamente dall’Inps ma solo dopo espressa richiesta da parte del pensionato. Ad esempio:

  • maggiorazioni che scattano con l’età;
  • maggiorazioni che scattano in funzione di determinate fasce di reddito;
  • integrazioni spettanti per gli assegni al nucleo familiare;
  • integrazioni a favore di invalidi civili;
  • maggiorazioni sulla quattordicesima mensilità.

Si tratta di aumenti delle pensioni che possono essere automatici allo scattare di determinati requisiti o effetto di specifiche delibere legislative sulle quali il controllo da parte dei pensionati può risultare difficoltoso in quanto, da anni, l’Inps non invia più agli assistiti il cedolino della pensione, sul quale potevano essere verificate le singole voci che andavano a comporre l’assegno, e le sue eventuali modifiche.

Arretrati su aumenti e integrazioni delle pensioni, come fare richiesta

L’unico modo che hanno i pensionati per verificare la possibilità di richiedere aumenti ed integrazioni sull’assegno è quello di accedere alla sezione personale del sito Inps attraverso il codice Pin. Per chi non ha la possibilità di avere un collegamento internet a casa, situazione comune a molti pensionati, non rimane che rivolgersi ad un Caf o a un patronato affinché verifichi la sussistenza del diritto ad integrazioni ad aumenti sulla pensione e provveda alla richiesta di erogazione.

E’ bene chiarire che, secondo calcoli attendibili, i pensionati che potrebbero far valere i diritti inespressi, circa 6 milioni, potrebbero ottenere una rivalutazione del loro assegno di circa 50 euro al mese molto lontana, quindi, dai 300 euro riportati enfaticamente da molti siti. Si tratterebbe, comunque, di una cifra di tutto rispetto, soprattutto per le pensioni più basse, anche in considerazione del fatto che i diritti inespressi sono retroattivi e la richiesta, quindi, può riguardare gli arretrati fino a 5 anni, periodo dopo il quale scatta la prescrizione.