Le news sulle Pensioni aggiornate ad oggi 9 aprile hanno per riferimento il possibile flop delle misure post (o anti, come le ha definite "Repubblica") Fornero, riassunto nell'Ape volontaria e social. Resta l'incertezza sui tempi della pubblicazione dei decreti attuativi, attesi per la verità da inizio marzo e che ancora vengono rimandati dal governo, come appreso dall'ultimo confronto tra sindacati ed esecutivo avvenuto questa settimana nella sede del Ministero del Lavoro. Inoltre, a pesare come un macigno sui provvedimenti inseriti nella Legge di Bilancio per il 2017 sono anche i costi per i pensionandi.

Il percorso ad ostacoli dei decreti attuativi

"Questione di giorni". L'ultimo annuncio sull'ufficialità dei decreti attuativi era stato accolto con positività dalle sigle sindacali. A venti giorni dal 1° maggio, data indicata più volte dal ministro del Lavoro Poletti come avvio per l'anticipo pensionistico, il tutto resta avvolto nel mistero. Valentina Conte, giornalista di "Repubblica", traccia il percorso ad ostacoli che i tre Dcpm dovranno affrontare da qui al fatidico giorno del primo maggio: Pasqua, ponte del 25 aprile e del 1° maggio stesso, senza dimenticare l'accordo tra governo, banche e assicurazioni, oltre al via libera del Consiglio di Stato, l'attestazione della Corte dei Conti e le "classiche" circolari dell'Inps.

Eliminando i festivi, restano 13 giorni per concludere il tutto. Utopia? Tenendo come riferimento le istituzioni, Ministero e sindacati, il 1° maggio sembrerebbe essere confermato. I conti però potrebbero non tornare, a meno che la situazione non si sblocchi, in via definitiva, all'inizio della prossima settimana.

Costi anticipo pensionistico volontario

Come noto, l'Ape volontario prevede un prestito, da parte della banca, che il pensionato dovrà restituire in 20 anni. Il prestito, se si richiede l'anticipo pensionistico in forma volontaria, ha un suo costo. Il tasso dovrebbe essere al 2,75 per cento, superiore al 2,5% ipotizzato in un primo momento lo scorso settembre.

A conti fatti, se viene richiesto l'anticipo massimo, se si sceglie cioè di andare in pensione con 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto ai termini previsti dalla Legge Fornero, il pensionato andrà incontro ad una penalizzazione del 15 per cento rispetto a quanto avrebbe potuto percepire se avesse optato per l'uscita nella finestra prevista dall'attuale riforma previdenziale.

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