Al fianco delle misure di flessibilità previdenziale decise con la legge di bilancio 2017 prosegue la discussione sulla c.d. FASE 2 della riforma di sistema, che prevede di completare il procedimento in corso attraverso provvedimenti inerenti la flessibilità delle pensioni, il rilancio della previdenza integrativa e la costituzione di un assegno di garanzia per i più giovani. Facciamo insieme il punto della situazione entrando nel merito dei temi d'attualità, proponendovi uno spaccato dei provvedimenti che saranno discussi durante i prossimi tavoli di confronto tra Governo e sindacati.

Pensioni e FASE 2: le richieste sulla flessibilità previdenziale e l'apertura ai giovani

Nell'avanzare le proprie richieste, la piattaforma sindacale (Cgil, Cisl e Uil) ha ricordato all'interno di un documento congiunto pubblicato recentemente il peso della Manovra Fornero, caratterizzata da un prelievo "nel periodo 2013-2020 di circa 80 miliardi di euro". La conseguenza è stata "un'eccessiva rigidità" nell'uscita dal lavoro, che si è tradotta allo stesso tempo in meno solidarietà sia tra lavoratori che a livello intergenerazionale. Per le parti sociali, gli stessi giovani sarebbero quindi stati "pesantemente penalizzati" dalla riforma del 2011. Risulta perciò indispensabile aprire alla flessibilità previdenziale, con possibilità di prepensionamento disponibili a partire dai 62 anni o attraverso combinazioni date da età più contributi (sistema a quote).

Allo stesso tempo, i sindacati chiedono di avviare un meccanismo di uscita universale per tutti i lavoratori precoci che raggiungono i 41 anni di versamenti, indipendentemente dall'effettiva età anagrafica e senza ulteriori penalizzazioni.

Riforma pensioni, le richieste su lavori di cura e le differenze di impiego

Per quanto concerne i lavori di cura, i sindacati chiedono di riconoscere le penalizzazioni subite dalle donne dopo l'approvazione della Manovra Fornero, stante che "non si è tenuto conto del ruolo da loro svolto nel lavoro di cura, che supplisce alle carenze del sistema di welfare e provoca buchi contributivi che determinano una forma femminile di povertà previdenziale".

Ma problemi di simile natura riguarderebbero anche i lavori rischiosi ed usuranti, che al momento vengono posti sullo stesso piano di tutti gli altri. I sindacati chiedono quindi di diversificare le regole di accesso al pensionamento per tenere conto di chi resterebbe altrimenti escluso dalle tutele (come nel caso dell'edilizia), riconoscendo che a lavori diversi corrispondono anche diverse aspettative di vita.

L'assegno di garanzia per i giovani inseriti nel sistema contributivo

Infine, il tavolo di confronto punterà ad assicurare un trattamento previdenziale adeguato anche per i giovani inseriti nel sistema contributivo puro. Si tratta di persone penalizzate sia dal meccanismo di calcolo del futuro assegno che da una vita lavorativa spesso discontinua, saltuaria e con basse retribuzioni. Allo stesso tempo si punta a valorizzare il sostegno della previdenza complementare, favorendone il rilancio con interventi sulle imposte e attraverso l'estensione delle tutele per mezzo dell'adesione in forma collettiva.

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