Una delle ultime novità partorite dal Governo è l’abolizione dei voucher, i buoni Lavoro largamente utilizzati da aziende, ditte, ma anche da datori di lavoro singoli o famiglie alle prese con la necessità di utilizzare baby sitter, badanti e collaboratori domestici. La notizia di fine aprile, continua a far parlare di se, perché adesso ci sono da trovare le alternative ai buoni lavoro, per non lasciare un pericoloso vuoto normativo. Il rischio è che si ritorni ad incentivare il lavoro nero, quello senza tutele proprio perché vengono abrogati i voucher.

Infatti, nonostante le contestazioni e le critiche che hanno accompagnato i voucher, tutto si può dire tranne che non siano serviti per ridurre l’utilizzo del lavoro nero. Lo strumento era valido, ma il suo scorretto utilizzo da parte dei datori di lavoro è stato poco ortodosso, non il buono in senso stretto. Ma cosa sta valutando il Governo per sostituire i voucher e soprattutto, cosa verrà offerto alle famiglie che desiderano i servizi di un collaboratore, ma non quotidianamente?

Il nuovo libretto

Per regolarizzare il lavoro delle collaboratrici domestiche come colf, badanti e baby sitter, sembra che in arrivo ci sia il libretto familiare. Questa la soluzione all’abolizione dei voucher che a dire il vero, il Governo è stato obbligato a mettere in atto per evitare il referendum che era stato promosso dalla Cgil.

Il libretto sarà il nuovo strumento con il quale le famiglie regolarizzeranno la posizione lavorativa del soggetto che presterà assistenza agli anziani, ai bambini o che lavoreranno come domestici nelle loro case. Il libretto sarà come una classica carta di debito, le classiche revolving di largo uso ai giorni nostri. Sarà con la classica ricarica che le famiglie pagheranno i lavoratori domestici, sempre che il lavoro non sia a tempo pieno.

Infatti, essendo strumento sostitutivo dei voucher, esso andrà utilizzato solo per lavori saltuari e molto discontinui. Il sistema sarà a completa gestione dell’Inps e sarà così che i datori di lavoro comunicheranno all’Inps di aver utilizzato un lavoratore domestico.

Differenze con i voucher

Sempre che le risorse disponibili siano sufficienti all’avvio di questo nuovo meccanismo, il libretto sarà uno strumento paragonabile ad un vero e proprio contratto.

Infatti, i voucher erano uno strumento particolare, che venivano acquistati, per così dire , in bianco e che venivano intestati e quindi erogati, al lavoratore solo dopo l’avvenuta sessione di lavoro. Proprio questa era una delle cose più contestate al buono lavoro, che consentiva a datori di lavoro furbetti, di pagare in nero il lavoratore a fine giornata, risparmiando il voucher, già pagato, per altre occasioni. Il libretto invece funzionerà diversamente. Infatti, il nominativo del soggetto che presterà il lavoro, sarà preventivo. In pratica, il nominativo del prestatore d’opera andrà indicato subito, all’atto della ricarica delle carta. L’operazione libretto sarà affiancata anche da quella sul lavoro a chiamata, con un provvedimento che regolarizzerà questo tipo di lavoro, evitando anche in questo caso il massiccio utilizzo del lavoro nero post voucher.

Si allargherà la platea di soggetti a cui destinare il nuovo contratto a chiamata, che sarà aperto a tutti e non soltanto a soggetti sotto i 24 anni di età o sopra i 55. Gestito anche questo dall’Inps, sarà proprio dal sito dell’istituto, che in maniera semplificata, sarà permesso ai datori di lavoro di regolarizzare un lavoratore con questa nuova tipologia di contratto. Il limite all’utilizzo del contratto a chiamata sarà di 400 giorni in un lasso di tempo di 3 anni. Il costo per il lavoro a chiamata sarà di 20 euro all’ora, cioè un aumento di 10 euro rispetto a quanto spendevano i datori di lavoro con i voucher, sempre per ora di lavoro. Soldi in più che però dovrebbero consentire ai lavoratori di usufruire di contributi previdenziali maggiori.