Lavoratori del settore turistico e balneare, gruppi, comitati e sindacati, sono sempre alle prese con l’anomali derivante dalla naspi e dal suo campo di applicazione per il settore. Da quando è nata, la Naspi ha pesantemente penalizzato i lavoratori stagionali proprio per la natura delle norme applicative dell’indennità per disoccupati. Deroghe, correttivi e soluzioni tampone del Governo, non hanno sistemato la situazione e con la nuova stagione lavorativa già partita o che sta per partire per i lavoratori, i dubbi restano tanti. Alla manovra correttiva imposta al Governo, dalla Comunità Europea, tra gli emendamenti spunta qualcuno che tratta proprio di questa delicata materia.

Tra l’altro, sembra che per molti lavoratori, i correttivi temporanei previsti dall’Esecutivo, per tamponare l’evidente discriminazione a cui vanno incontro i lavoratori, non siano andati a buon fine.

Manovrina

Una parlamentare Toscana, Marisa Nicchi, ha presentato un emendamento alla cosiddetta manovrina che in questi giorni dovrebbe essere approvata. Si tratta della proposta di far tornare la disoccupazione per questi soggetti, pari ad almeno le stesse giornate di lavoro effettuate nel corso dell’anno. Oggi invece, la Naspi è percepita per un periodo pari alla metà dei mesi lavorati nei 4 anni precedenti la domanda. Questo, sempre che i periodi del quadriennio, non siano stati utilizzati per le precedenti indennità di disoccupazione.

Un vincolo pesante per gli stagionali che ogni anno sfruttano la disoccupazione al termine della stagione lavorativa. In definitiva, per costoro, i periodi utili al calcolo della durata della Naspi, si riducono alla metà di quelli lavorati nell’ultima assunzione ottenuta. Per la Nicchi, questo ha significato lasciare i lavoratori senza lavoro, senza sussidi e senza reddito per 3 mesi o più all’anno.

Ipotizzando un lavoratore che presta servizio da maggio ad ottobre, cioè per 6 mesi, la Naspi spettante sarebbe di 3 mesi.

Anche i voucher

Come se non bastasse, anche i voucher e le regole previste dal decreto che di fatto li ha aboliti, penalizzano ancora di più i lavoratori. Un altro emendamento presentato in manovrina, questa volta dal parlamentare Arlotti, consentirebbe alle aziende di utilizzare i voucher fino a fine anno, soprattutto nel settore turistico e stagionale.

Voucher già in mano alle aziende e che andrebbero perduti per inutilizzo, visto che dal 2018 saranno banditi. Ipotizzare che le aziende, per terminare i voucher già acquistati, li utilizzino in massa ed in alternativa alle assunzioni normali, non è esercizio azzardato. Si ridurrebbe ancora di più il già ridotto dalla crisi, periodo di lavoro regolare nel settore turistico-alberghiero. Incastonandosi con le nuove norme della Naspi, il danno sarebbe terribile per i lavoratori che si vedrebbero ridurre i mesi di ingaggio, con l’effetto di vedersi ridurre anche i periodi di fruizione della già breve Naspi, loro spettante.

Ed i correttivi del Governo?

I sindacati sono sul piede di guerra, così come i gruppi di lavoratori.

Dalla Sicilia infatti, va registrata la presa di posizione del segretario regionale della Fisascat-Cisl di Messina, Salvatore D’Agostino. Quando il Governo Renzi creò la Naspi, fu subito corretta, per quanto riguardava il lavoro stagionale. Si inserì una deroga per il 2015che consentì ai lavoratori di percepire la stessa durata di indennità delle precedenti Aspi e Requisiti Ridotti. Il correttivo però fu inserito solo per quell’anno, una soluzione tampone ed immediata che non ha corretto il testo della Naspi che resta identico a quanto stabilito alla sua nascita. Anche il Jobs Act non ha corretto nulla, se non il mese in più erogato per le indennità di disoccupazione a chi aveva perduto il lavoro entro la fine del 2016.

Dalla Sicilia fanno sapere che nonostante la circolare del 15 dicembre scorso, con la quale l’Inps recepiva il correttivo ed ampliava di un mese la durata della Naspi agli stagionali, a molti, il mese in più non è ancora stato pagato. Per chi ha lavorato nel 2016 ed ha percepito la Naspi, l’ultimo assegno sarebbe arrivato a febbraio. In pratica, ai lavoratori semestrali sarebbe stato erogato un sussidio di disoccupazione di 3 mesi anziché 4. Il silenzio del Governo sulla questione rappresenta un dato di fatto che mette a rischio la salute reddituale di molti lavoratori, che non sanno ancora per quanti mesi usufruiranno della Naspi, quando finirà la nuova stagione lavorativa, il tutto, ancora oggi che la nuova stagione è già partita.