"Rispetto a quanto stiamo immaginando come possibile soluzione per raggiungere anticipatamente la quiescienza, è importante chiarire che questa proposta ha davvero poco a che vedere con Opzione Donna", lo ha affermato la rappresentate del Comitato Opzione Donna Social Orietta Armiliato illustrando la sua nuova proposta riguardante l'ape Donna.

Armiliato lancia la nuova proposta

Si tratta di un nuovo meccanismo molto simile all'Ape ma rivolto esclusivamente alle lavoratrici di sesso femminile. Come già tanti sanno il regime sperimentale donna consentirebbe alle lavoratrici di lasciare anticipatamente il lavoro dopo il raggiungimento di almeno 57 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi ma sarebbero costrette ad accettare un ricalcolo dell'assegno previdenziale secondo il metodo contributivo.

Cosa che potrebbe apparire abbastanza penalizzante per le lavoratrici che decidessero di ricorrere a questo regime.

Per questo motivo, la Armiliato avrebbe lanciato la proposta di introduzione dell'Ape donna che invece, non prevede nessun ricalcolo contributivo dell'assegno pensionistico. Come scrive Orietta Armiliato nel gruppo Facebook, inoltre, la misura prevede il riconoscimento dei lavori di cura e assistenza ai fini pensionistici. "Il lavoro svolto dalle donne all'interno della propria famiglia non è un lavoro di mercato, e non è socialmente riconosciuto come tale. La conciliazione tra lavoro formale e responsabilità di cura è uno dei fattori che determinano la differenza salariale tra uomini e donne", ha scritto la Armiliato.

Stando alle dichiarazioni della rappresentante del Comitato, infatti, le donne che hanno un lavoro sono spesso oggetto di discriminazioni e i lavori di cura svolti ai fini di assistenza per i loro familiari tendono ad aggravare ancora di più la situazione.

Ape donna simile all'Ape volontario

È questa la nuova proposta lanciata da Orietta Armiliato che potrebbe avere un seguito visto che, si tratterebbe di un meccanismo simile all'Ape volontario gestito direttamente dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e che potrebbe comportare una decurtazione al fine di rimborsare il prestito erogato prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Occorrerà aspettare ancora per conoscere le reali intenzioni dell'esecutivo e se le varie forze politiche intenderanno mettere in discussione la nuova proposta a favore delle lavoratrici che finalmente potrebbero avere la possibilità di lasciare il lavoro con norme più flessibili rispetto a quelle attualmente in vigore.