Pensioni, dopo lunga attesa da parte dei lavoratori precoci, i decreti attuativi sono finalmente giunti alla Corte dei Conti per la registrazione e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti conferma che l'uscita anticipata con Quota 41 potrà avvenire il prossimo 31 maggio.

Pensioni, i precoci potranno lasciare il lavoro a partire dal 31 maggio

Un sospiro di sollievo per quella piccola parte dei lavoratori precoci che si accinge a presentare istanza per accedere al meccanismo di Quota 41, ovvero lasciare anticipatamente il lavoro dopo aver maturato almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni sull'assegno previdenziale.

"L'allungamento dei tempi si giustifica con la complessità delle procedure", ha spiegato il ministro Poletti dopo che il decreto attuativo sulla Quota 41 ha passato l'esame dinanzi al Consiglio di Stato ed è stato trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione.

Confermata la retroattività dell'erogazione della Quota 41

Secondo le ultime dichiarazioni dello stesso Poletti, infatti, il pensionamento dei lavoratori precoci dovrebbe avvenire il prossimo 31 maggio anche se è stata confermata la decorrenza retroattiva al primo maggio 2017, data in cui la misura doveva già essere operativa. Suggerimento da parte dei giudici di Palazzo Spada che è stato accolto prontamente dal Governo Gentiloni.

Pensioni, alla Corte dei Conti anche il testo sull'Ape social

Assieme al Dpcm sulla Quota 41 si trova incardinato alla Corte dei Conti anche il testo riguardante l'Ape Social, altra fondamentale misura in campo previdenziale contenuta nella nuova Legge di Bilancio volta a garantire un reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro interamente a carico dello Stato a favore delle categorie più economicamente svantaggiate.

"A prescindere dalla data di presentazione della domanda per l'Ape Social, l'erogazione della prestazione viene retrodatata al primo maggio, sempre che il soggetto in questione abbia i requisiti necessari", ha rassicurato ancora Poletti.

Quota 41 potrebbe essere allargata a platea più ampia

Non è escluso, però, che potrebbe riaprirsi una nuova parentesi in merito all'estensione del meccanismo di Quota 41 ad una platea più ampia di beneficiari visto che, a causa delle rigide norme della Riforma Fornero molti lavoratori con più di 41 anni di contributi alle spalle non potranno accedere al pensionamento e come se non bastasse rimarrebbero ancora esclusi dalla Legge di Stabilità che ha esteso la misura solo per i disoccupati, i caregivers, gli invalidi e i lavoratori addetti alle mansioni usuranti.