Nel corso delle ultime ore abbiamo ricevuto numerose richieste dai lettori della nostra rubrica "Parola ai Comitati" e dal gruppo Facebook "Riforma Pensioni e lavoro" in merito ai decreti attuativi riguardanti la flessibilità previdenziale, a partire dalle prime due misure: l'APE sociale e la quota 41 per i lavoratori precoci. Chiariamo quindi innanzitutto che al momento la situazione appare in fase di definizione, stante che i due DPCM non risultano ancora pubblicati. Dopo il parere del Consiglio di Stato e le modifiche operate dai tecnici del Governo, sono stati assolti i passaggi più dispendiosi in termini di tempo e resta solo da produrre il via libera della Corte dei Conti.

Come già sottolineato, l'approvazione definitiva arriverà quindi nel breve termine, anche se il carattere di retroattività delle norme consentirà comunque di rendere valide le domande a partire dallo scorso 1° maggio. Resta comunque un fatto: finché i testi dei provvedimenti non troveranno spazio in G.U., non risulta possibile inviare le domande all'Inps e nemmeno effettuare valutazioni di merito su casi specifici o sulla linea di confine rispetto ai criteri di accesso. Da parte nostra, ribadiamo le richieste pressanti dei lavoratori in merito ad una pronta conclusione della vicenda.

Pensioni anticipate: tempi più lunghi per l'APE volontaria, aziendale e per RITA

In merito invece alle altre opzioni di uscita previste con la legge di bilancio 2017, i tempi si fanno più lunghi.

Una considerazione che vale (a maggior ragione) a partire dall'APE di mercato, il provvedimento di flessibilità che consente di anticipare l'uscita dai 63 anni di età e con almeno 20 anni di versamenti, seppure con una penalizzazione ventennale della futura mensilità attorno al 4,5 - 5%. Nessuna penalità invece per chi può avvalersi dell'ape aziendale, visto che il costo dell'operazione sarà compensato dall'intervento del datore di lavoro, mentre la rendita integrativa temporanea anticipata (RITA) dei fondi pensione appare indirettamente legata ai provvedimenti appena citati, in virtù della necessità di produrre la certificazione Inps dei requisiti connessi all'anticipo volontario.

Tornando alle tempistiche, per queste ultime opzioni risulterà necessario avere più pazienza. Secondo quanto riferito alla stampa dal Governo, il DPCM apposito risulta ancora in bozza, seppure è in fase di ultimazione e sta per essere inviato al Consiglio di Stato. Dopodiché sarà necessario adottare gli opportuni correttivi e quindi preparare nuovamente il testo per l'invio finale alla Corte dei Conti.

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