L'occasione della festa della mamma è stata colta trasversalmente dalla politica per ripensare alla legislazione attualmente in vigore sul welfare ed il pensionamento delle donne. Il genere femminile è stato infatti fortemente penalizzato dalla Manovra Fornero e dagli altri interventi restrittivi riguardanti le regole di pensionamento, mentre allo stesso tempo non si è tenuto adeguatamente conto del lavoro di cura prestato in famiglia e del fatto che per questo motivo le donne "sono in credito" rispetto a quanto viene normalmente riconosciuto loro dal sistema previdenziale.

Pensioni flessibili, necessario far valere il principio del lavoro di cura

Sulla vicenda è intervenuta l'On Maria Luisa Gnecchi, Capogruppo del PD alla Commissione lavoro della Camera, ricordando che "è doveroso valorizzare e tutelare i lavori di cura ai fini previdenziali", così come già previsto nel verbale siglato lo scorso settembre tra Governo e sindacati. D'altra parte, per approfondire il punto è stata svolta dalla stessa Commissione lavoro un'indagine conoscitiva mirante a verificare il rapporto tra legge Fornero e genere femminile, che ha certificato un "esito drammatico". È quindi imprescindibile agire per garantire delle tutele affinché le donne possano far valere ai fini previdenziali l'attività svolta in famiglia.

Berlusconi: parte importante del nostro programma in favore delle donne

Sulla questione della necessità di maggiori tutele per il genere femminile è intervenuto nello scorso fine settimana anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, spiegando che le donne "sono il motore dell'Italia, il cuore del nostro Paese... a cominciare dalle nostre mamme, che hanno lavorato e lavorano più di tutti senza che il loro sforzo venga riconosciuto".

L'obiettivo è quindi di riconoscere alle donne "una pensione adeguata, affinché possano trascorrere una vecchiaia serena e dignitosa". L'ex Presidente del Consiglio è intervenuto con un messaggio diretto al convegno "Prima le donne" in corso a Monza, spiegando che lo slogan non appare casuale. "Per noi è davvero così: siamo stati noi a fare la legge contro lo stalking per proteggere le donne", ricordando poi le altre misure sugli orfani delle donne vittime di femminicidio, sulla quota di un 30% di donne nei Consigli di Amministrazione delle grandi società e sull'importanza di avere tante donne in Parlamento.

Pensioni anticipate, discussione aperta nel Comitato Opzione Donna Social

Al fianco della dibattito politico, la discussione sull'impatto del genere nei meccanismi di accesso alla pensione ha registrato sviluppi in crescendo anche all'interno dei gruppi online. È in particolare il Comitato Opzione Donna Social ad aver avviato un sondaggio sul tema, che si è rivelato subito molto partecipato dalle lavoratrici. Il quesito vagliava la possibilità di valorizzare i lavori di cura con una formula che permettesse di "andare a riposo con un'età anagrafica pari al limite di 60 anni ed un massimo di 35 anni di contributi". In alternativa, si proponeva "il regime delle quote, pari ad un totale fra i due parametri che fosse uguale a 95 massimo 98".

Il sondaggio chiedeva quindi alle donne di esprimere se "accettereste di buon grado queste due possibilità (o comunque vicine a queste) qualora fossero praticabili esclusivamente con l'applicazione della formula dell'Ape?". Rispetto ad un numero complessivo di 378 risposte, hanno finora affermato di essere favorevoli in 321, contro i 43 contrari ed i 14 indecisi.

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