Cumulare il nuovo assegno di prepensionamento a redditi da lavoro non sarà possibile per tutti e resterà comunque una condotta da seguire in forma limitata, anche quando considerata plausibile dalla legge. È quanto emerge man mano che cominciano a definirsi i dettagli sul quadro degli ultimi interventi operati nei testi dei decreti attuativi, riguardo l'APE sociale e la nuova quota 41 dei lavoratori precoci. Per le due categorie, il legislatore ha inteso fornire un percorso separato riguardo il punto appena esposto: vediamo le differenze e scopriamone le motivazioni di base nel nuovo articolo di approfondimento della nostra rubrica "Parola ai Comitati".

Pensioni anticipate e APE sociale: possibile integrare i redditi, ma in maniera limitata

La categoria più favorita su questo punto appare quella dei lavoratori che possiedono i requisiti utili per il prepensionamento tramite l'APE sociale. Ricordiamo che la misura è accessibile a partire dai 63 anni di età e con 30-36 anni di contribuzione, a seconda dello specifico profilo di tutela nel quale si risulta inseriti (ad esempio disoccupati o titolari di invalidità). Per questi soggetti, sarà possibile cumulare l'APE sociale con redditi da lavoro dipendente, oppure da CO.CO.CO., purché il loro valore complessivo annuo non ecceda le 8mila euro. Più complicata la situazione per coloro che desiderano avvalersi del lavoro autonomo, perché in questo caso il reddito annuo si abbassa fino alla soglia di 4800 euro.

La questione non appare di poco conto e bisognerà prestare la massima attenzione, perché chi sfora tali limiti sarà chiamato a restituire l'assegno di supporto all'Inps.

Flessibilità previdenziale e lavoratori precoci: Quota 41 esclusa dalla possibilità di cumulare i redditi

Per quanto concerne la nuova pensione anticipata tramite quota 41, resta invece preclusa la possibilità di integrare l'assegno previdenziale con redditi da lavoro.

I neo pensionati che non rispetteranno tale adempimento perderanno di conseguenza il diritto alla fruizione della pensione anticipata. La motivazione si basa sul fatto che i lavoratori precoci hanno comunque la possibilità di proseguire il lavoro, a differenza di posizioni che necessitano in modo prioritario di tutela, come avviene per chi resta disoccupato in età avanzata o chi si trova ad affrontare un'invalidità.

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un nuovo commento nel sito. Mentre per ricevere le prossime notizie di aggiornamento sulle pensioni vi ricordiamo di usare la funzione "segui" che trovate in alto, vicino al titolo dell'articolo.