Sull' obbligatorietà dei vaccini come requisito per l'accesso alla scuola dell'obbligo, è la stessa ministra Beatrice Lorenzin ad annunciare un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie contenute nel testo di legge già pronto per essere presentato al Consiglio dei ministri. Ed è proprio sull'obbligatorietà di un gruppo di vaccini essenziali per la frequenza della scuola dell'obbligo che la ministra dell'istruzione Valeria fedeli dissente e risponde in maniera secca alla collega di governo: "L'obbligo dei vaccini a scuola non può confliggere con il diritto allo studio".

Questa la risposta che arriva da viale Trastevere, che di fatto apre uno scontro interno al governo. Una proposta che sta ovviamente suscitando parecchie polemiche nel paese.

Lorenzin: "Pronto il testo di legge"; Fedeli: "Non negare diritto allo studio"

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin sembra molto determinata ad andare avanti e, dopo aver annunciato di aver pronto già il testo di legge sull'obbligatorietà dei vaccini per avere accesso alla scuola dell'obbligo, annuncia inoltre di averlo già consegnato al presidente del consiglio Paolo Gentiloni e che domani lo porterà al Consiglio dei ministri per un'approfondita discussione che coinvolga soprattutto la ministra dell'istruzione Valeria Fedeli. Insomma, una dichiarazione di totale apertura quella della ministra Lorenzin, che sulla vicenda appunto non vuole andare di fretta, ma anzi ha intenzione di aprire una discussione ampia in assoluto spirito collaborativo e che coinvolga tutti i ministri, in modo da poter arrivare ad un testo condiviso da tutti.

Smentisce inoltre le voci che volevano il testo di legge già inserito nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì. Tuttavia, la replica della ministra dell'istruzione Valeria Fedeli è apparsa molto netta. Infatti, è lo stesso dicastero di viale Trastevere ad annunciare in una nota come i due ministeri sono già a lavoro da mesi sul testo di legge e che la ministra Fedeli è si d'accordo all'obbligo dei vaccini, ma senza che questo però vada a ledere il diritto allo studio degli studenti.

Insomma un si condizionato quello che arriva dal ministero dell'Istruzione, in considerazione anche del rapporto conflittuale tra il governo e il mondo della scuola. Aprire un dissenso anche con le famiglie e con gli studenti sarebbe un'altra "grana" da gestire che la ministra dell'Istruzione al momento non si può permettere.