Anche quest'anno potranno essere fatte le domande per le assegnazioni provvisorie per la Scuola 2017/18. Il ministero inizialmente aveva negato questa possibilità. Ha rivisto, però, le sue posizioni, arrivando ad un accordo con i sindacati. Il Miur ha dato la possibilità di presentare la domanda, superando il vincolo triennale. Inoltre le assegnazioni avverranno su scuola e non su ambito. Secondo ciò che è stato reso noto dal CCNI sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie per il prossimo anno scolastico, i tempi saranno piuttosto brevi. Tra la fine di giugno e l'inizio di luglio i docenti interessati potranno presentare la richiesta ed entro agosto sapere i risultati.

Chi può presentare domanda di assegnazione provvisoria

Potranno presentare domanda di assegnazione provvisoria i docenti che intendono ricongiungersi ad un familiare. In particolare i ricongiungimenti previsti dalla legge sono quelli ai figli minorenni, al coniuge o al convivente, al genitore convivente che abbia la residenza in un determinato comune almeno da tre anni. Un altro motivo che può essere reso utile ai fini della presentazione della domanda di assegnazione provvisoria riguarda le gravi esigenze di salute degli insegnanti. In quest'ultimo caso alla domanda deve essere allegata un'opportuna certificazione sanitaria che attesti le patologie riscontrate dal medico.

Le assegnazioni provvisorie interprovinciali

I docenti che sono stati assunti nell'anno scolastico 2015/2016 non avrebbero potuto usufruire, per quest'anno scolastico, dell'assegnazione provvisoria. Secondo i termini di legge, infatti, sarebbe stato in vigore il blocco triennale. Su quest'ultimo il ministero ha deciso di porre una deroga, in modo da consentire ai docenti di avvicinarsi alla loro provincia di residenza.

Molte sono state le polemiche che hanno riguardato proprio le assegnazioni provvisorie per altra provincia.

Tanti docenti che sono passati di ruolo con le assunzioni previste dalla legge 107 hanno dovuto abbandonare i luoghi di residenza per recarsi a lavorare in province anche lontane. Differenti comitati degli insegnanti hanno fatto presenti le difficoltà legate soprattutto alla gestione degli affetti e delle famiglie.

È anche in seguito a tutte queste esigenze che il ministero ha deciso per la deroga.

Quante scuole si possono esprimere

Il contratto siglato fra la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli e i sindacati stabilisce che è possibile richiedere una sola provincia. Gli insegnanti della scuola dell'infanzia e della scuola primaria possono indicare fino a 20 scuole. I docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado hanno la possibilità di esprimere fino a 15 preferenze.