Oggi 27 giugno inizia la fase più importante ed attesa della riforma della Pubblica Amministrazione del Ministro Madia. L’Aran ha convocato i sindacati per iniziare le trattative relative al rinnovo del contratto. Un rinnovo atteso da oltre 8 anni e che naturalmente è molto atteso, anche di più di quanto siano attese le novità della riforma Madia. Proprio il Ministro della Funzione Pubblica oggi sul suo profilo ufficiale di Facebook ha ribadito alcuni punti salienti della storia, auspicando la classica fumata bianca del rinnovo in tempi ristretti.

Il punto della situazione

La trattativa partirà dal punto in cui si erano lasciati Governo e sindacati a novembre 2016, quando siglarono una bozza di intesa. L’atto di indirizzo che il Governo ha dato all’Aran segue proprio le linee guida di quell’incontro. SI parte dalle ormai celebri 85 euro al mese di aumento, lorde e non uguali per tutti. Dal punto di vista temporale, il rinnovo partirebbe dal 1° gennaio 2016, ma per completare l’operazione 85 euro si dovrebbe attendere il 2018. Questo perché l’altro punto saliente sono le coperture finanziarie che sono state messe nel piatto nell’ultima Legge di Stabilità. Pochi soldi per garantire gli aumenti previsti e che porterebbero, ad oggi, solo una decina di euro a testa in più come aumento nell’anno 2016.

Cifre più alte nel 2017, con aumenti vicini alle 35 euro al mese, mentre per chiudere con le 85 euro nel 2018, si deve attendere un altro stanziamento che dovrebbe essere inserito nella prossima Legge di Bilancio di fine anno. Questo, sempre che non nascano altri problemi di altra natura, come potrebbero essere appunti e vincoli mossi da Bruxelles.

Un contratto fermo da 8 anni e sul quale è intervenuta anche la Corte Costituzionale con una sentenza (luglio 2015) che sancì l’incostituzionalità del blocco voluto dalla Fornero. Ai lavoratori, oltre alla diminuzione di potere di acquisto delle buste paga, in questi anni è mancata anche l’indennità di vacanza. SI tratta dell’aumento di stipendio pari al 30% del tasso di inflazione Istat, che dovrebbe finire nelle tasche dei lavoratori durante il periodo intercorrente tra un contratto e l’altro.

Come si vede, una partita che sicuramente non sarà facile da chiudere, anche se proprio oggi, la Madia si è detta fiduciosa.

Le parole del Ministro

Sul profilo Facebook, il Ministro ha pubblicizzato la riapertura delle trattative sul rinnovo dopo 8 anni. Nel post la Madia spiega come sia stato arduo riformare il sistema del Lavoro Pubblico. Una riforma che ha impegnato il Governo Renzi in tutti i suoi 1.000 giorni di vita. Una riforma che secondo la Madia è riuscita a cancellare le regole Brunetta che di fatto impedivano di riaprire il tavolo per il rinnovo. Senza tralasciare la bontà dell’operazione riduzione dei comparti da 11 a 4 e le nuove regole sui furbetti e gli assenteisti che mettevano in cattiva luce la stragrande maggioranza di dipendenti, che non erano soliti a pratiche così poco virtuose.

Il post della Madia quindi ripercorre le tappe della riforma e ne mette in luce le cose positive che vanno nella direzione di rendere più snello e trasparente il rapporto tra cittadini ed Enti Pubblici. Per il contratto poi, il Ministro crede ed auspica che la trattativa possa chiudersi entro ottobre, per dare il la agli aumenti che ai lavoratori pubblici mancano da troppi anni, al contrario di quelli del settore privato che, categoria per categoria, hanno già provveduto al rinnovo. Infine, un accenno alla meritocrazia, col Ministro che ribadisce come il nuovo contratto valorizzerà e premierà chi lavora bene e chi si spende per il proprio Ente.