Con gli aumenti degli stipendi per i tre anni 2016, 2017 e, soprattutto, per il 2018, legati al rinnovo dei contratti dei dipendenti statali, si andrà a perdere il bonus di 80 euro introdotto negli anni addietro dall'ex premier, Matteo Renzi? E' questa una delle questioni che Governo e sindacati dovranno risolvere all'Aran durante le fasi di negoziazione per il rinnovo dei contratti statali. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, toccherà proprio ai nuovi contratti vagliare l'ipotesi che, una parte delle risorse destinate agli aumenti degli stipendi dei dipendenti statali possa essere destinata a coprire l'eventuale perdita del bonus Renzi per chi attualmente lo riceve.

Ultime notizie contratti 2017: compatibilità aumenti stipendi statali e bonus Renzi

In altre parole, i nuovi contratti statali dovranno procedere ad una sorta di compensazione tra le risorse destinate agli aumenti degli stipendi a favore di chi si trovi tra i 24 e i 26 mila euro di reddito annuo e che, pertanto, sia a rischio di perdita degli 80 euro di bonus. In tutto, secondo i calcoli diramati nei giorni scorsi dal quotidiano economico, si tratterebbe di circa 200 mila statali, tra i percettori di redditi più bassi. L'ipotesi della compensazione trova conferma nelle diciassette pagine dell'Atto di indirizzo che il ministro per la Funzione pubblica Marianna Madia dovrà trasmettere alle parti che porteranno avanti la negoziazione all'Aran.

Infatti, nel documento si fa riferimento alla compensazione come sorta di indennizzo da destinare ai redditi più bassi per evitare la restituzione (e poi la perdita) del bonus Renzi. Al momento, fissate le risorse per gli aumenti delle retribuzioni per il 2016 e 2017, il Governo Gentiloni è alla ricerca di un ulteriore miliardo e duecento milioni di euro per assicurare che le buste paga si incrementino, mediamente, di 85 euro dal 2018.

Riforma Pa 2017 e contratti statali: aumenti e armonizzazione stipendi

Nei giorni scorsi, inoltre, proprio il quotidiano economico aveva fatto il calcolo di quanto dovrebbe aggiungere il Governo alle risorse per gli aumenti degli stipendi dei nuovi contratti statali se dovesse "finanziare" anche il bonus 80 euro (ovvero, fare in modo che gli statali che lo percepiscono non lo perdano): cinquecento milioni di euro aggiuntivi ad un conto che, per la legge di Bilancio 2018, si preannuncia già molto dispendioso.

L'alternativa della compensazione appare, pertanto, quella di più probabile attuazione, anche in base ai concetti espressi dal ministro Madia sull'armonizzazione degli stipendi della Pubblica Amministrazione. Ne rimarrebbero scontenti molti con i redditi mediamente più alti che non vedrebbero aumenti di stipendi considerevoli con i nuovi contratti statali (tra i quali anche i presidi, già sul piede di guerra, e i dirigenti sanitari).