Il ministro Poletti ha deciso di congelare l'ipotesi che riguarda l'aumento dell'età pensionabile a 67 anni. Le notizie dell'ultima ora sulle Pensioni confermano che per ora non è possibile fare affermazioni a riguardo. Sono molto chiari i numeri delle domande, 11.363 presentate all'Inps. Se non ci sarà un'inversione di tendenza, entro il 15 luglio si potrebbe arrivare anche a superare le 120.000 istanze. Il numero è in forte aumento e si potrebbe arrivare anche al doppio di domande rispetto a quelle ipotizzate dall'esecutivo. Il ministro Poletti ha fatto presente che il ritiro dal mondo del lavoro a 67 dal 2019 è soltanto un'ipotesi tecnica, che potrà difficilmente essere attuata in un momento come questo, in cui ci si prepara alla fase elettorale.

Quali saranno gli svantaggi per i lavoratori?

Le associazioni di categoria fanno presente che l'innalzamento dell'età pensionabile potrebbe portare molti svantaggi per i lavoratori. Nemmeno le aziende ne trarrebbero benefici. I lavoratori vedrebbero allungare ancora di più la vita lavorativa e le aziende ne ricaverebbero un panorama di incertezza. In particolare sarebbe difficile attuare un ricambio generazionale adeguato, che dovrebbe andare a vantaggio dell'intera economia del nostro Paese.

Gli esperti fanno notare che le pensioni attuali sono già in sofferenza dal punto di vista quantitativo a causa del nuovo modello di calcolo contributivo. Se il governo non interverrà, si potrebbe correre il rischio di avere pensioni sotto i mille euro.

Un punto che certo non può essere ignorato, visto che in questo modo le pensioni dei lavoratori sarebbero sempre più vicine agli importi previsti per l'assegno sociale.

Le risorse sono insufficienti

Il governo quindi non sembra più in grado di garantire le coperture necessarie per rispondere al boom di richieste pensionistiche.

Al momento della definizione delle leggi sulle pensioni si pensava ad una copertura finanziaria di 300 milioni di euro (previsti per l'Ape) e di altri 360 milioni di euro che sarebbero andati a coprire la pensione anticipata di chi avrebbe scelto un ritiro precoce dal mondo del lavoro.

Questa soluzione ad oggi non sembra più possibile.

Proprio per questo c'è già chi ipotizza che la questione passerà direttamente nelle mani del nuovo governo, quando questo sarà eletto. Anche sull'Ape volontaria ci sono molte incertezze, visto che i cittadini che intendono usufruirne sono chiamati a restituire fino a 500 euro al mese nel corso di 20 anni.