Malgrado la siccità e la calura estiva, nuove nubi si addensano in quel di viale Trastevere: i sindacati, preoccupati dall’enorme mole di Lavoro che grava sulle segreterie, non sono affatto ottimisti per l’avvio del nuovo anno scolastico e già annunciano l’ennesimo caos tipico della macchina burocratica italiana. A dare l’allarme sono Flc Cgil e Gilda Insegnanti che lamentano, a dispetto delle sbandierate assunzioni della legge 107/15, un ingorgo amministrativo tale da cui scaturirà un caos da far saltare le scadenze per la definizione delle graduatorie e la riproposizione di supplenze con contratti precari per quello che si annuncia l’ennesimo pasticcio all’italiana.

Graduatorie e immissioni in ruolo: il caos è servito

Da una parte infatti c’è la questione delle 52.000 immissioni in ruolo previste per il nuovo anno scolastico, che dovrebbero portare 15.000 docenti dall’organico di fatto a quello di diritto, più le occupazioni di altri 37.000 posti provenienti da posti già vacanti e disponibili e dai pensionamenti; dall’altra l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto che, a causa del ritardo della pubblicazione del bando, andrebbe ulteriormente a pesare sulle segreterie. Secondo Flc Cgil, se le graduatorie fossero state rinnovate per tempo, avrebbero permesso alle scuole di funzionare fin dal primo giorno invece di ritrovarsi a combattere con immissioni in ruolo, graduatorie e supplenze: un lavoro immane, soprattutto con personale di segreteria ridotto all’osso per effetto della Buona Scuola che, in aggiunta a ciò, in questi giorni ha dovuto vedersela anche con le procedure legate alla maturità e quelle relative a pensionamenti e alla chiusura dell’anno scolastico.

Caos anche per le supplenze

Secondo la Gilda degli Insegnanti, a risentire di questo ingorgo amministrativo saranno anche i supplenti, poiché per le nomine le scuole si troveranno nell’incertezza di dover utilizzare le vecchie graduatorie o attendere quelle nuove. Sempre secondo la Gilda, esiste quindi un concreto rischio che anche per il prossimo anno scolastico vengano firmati contratti con la dicitura “fino ad avente diritto”, fattispecie che, come ribadito più volte dallo stesso sindacato, “rappresenta un abuso giuridico”.

La nomina fino ad avente diritto infatti è una norma non compatibile con la privatizzazione del rapporto lavorativo che, come confermato dall’accordo dello scorso 30 novembre, prevede che il lavoratore debba essere in condizione di sottoscrivere un contratto, sia conoscendo la data di assunzione che quella di fine rapporto.