Il flop del Jobs Act è certificato dell'INPS. Le misure degli ultimi governi sono servite solo ad aumentare i contratti a chiamata. Nei primi cinque mesi del 2017 le assunzioni, nel settore privato, sono aumentate del 16% (ben 2.736.000) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sfortunatamente, la maggior parte di esse hanno contribuito alla crescita delle assunzioni a tempo determinato (23%), mentre le assunzioni a tempo indeterminato sono diminuite del 5,5%.

"Appare particolarmente significativa la crescita vigorosa dei contratti di Lavoro a chiamata a tempo determinato", nello stesso periodo, gennaio-maggio, questi hanno subito un incremento del 116,8%, dai 76.000 dell'anno scorso ai 165.000 di quest'anno.

L'Inps sottolinea: "Può essere messo in relazione alla necessità delle imprese di individuare strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo".

Contratti a tempo indeterminato

È il contratto con cui il lavoratore si impegna, a fronte del pagamento di una retribuzione, a prestare la propria attività lavorativa a favore del datore di lavoro, a tempo indeterminato, cioè senza vincolo di durata. Questo tipo di contratto è la forma comune di rapporto di lavoro, cioè la forma da utilizzare di regola per le assunzioni.

Contratti a tempo determinato

Il contratto a tempo determinato è un contratto di lavoro subordinato, nel quale esiste un tempo ben preciso di durata del contratto con una data che indica la fine del rapporto.

L’apposizione del termine, a pena di nullità, deve risultare dall’atto scritto, direttamente (data, evento) o indirettamente dal contesto complessivo dell’atto medesimo.

Contratti di lavoro a chiamata a tempo determinato

E’ un contratto di lavoro subordinato, anche a tempo determinato, con il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo, anche con riferimento alla possibilità di svolgere le prestazioni in periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno.

Voucher

Nato inizialmente per retribuire il lavoro occasionale, il voucher o 'buono lavoro' è una modalità di retribuzione per lavoro occasionale di tipo accessorio. Spesso al centro delle polemiche per aver deregolamentato il mercato del lavoro, contribuendo, di fatto, a renderlo più precario, il voucher ha come finalità quella di "regolarizzare e regolamentare, a norma di Legge, il lavoro di tipo accessorio, ovverosia il cosiddetto lavoro occasionale" come spiega l'Inps sul proprio sito web.