Aumento dell'età pensionabile: secondo il programma del Governo, alla fine dell'estate, arriverà l’ok del nuovo decreto che cambierà gli attuali parametri per andare in pensione nei prossimi anni. Per il momento si tratterà solo di sottoscrivere nero su bianco le nuove regole, mentre le nuove effettive disposizioni sull’età per andare in pensione scatteranno solo a partire dal prossimo 2019.

Le novità sull’età per andare in pensione: cosa prevede il nuovo decreto

Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, nella giornata di ieri 5 luglio è arrivata la conferma sul nuovo decreto che si rivolge ai futuri pensionati.

Il presidente dell'ISTAT Giorgio Alleva ha dichiarato che se non ci saranno interventi da parte del Governo, dagli attuali sessantasei anni e sette mesi, si potrebbe passare ai sessantasette già dal 2019 per arrivare fino a quasi 70 anni e precisamente sessantanove anni e 9 mesi nel 2051. L’ innalzamento dell’età pensionabile dovrebbe variare, secondo il nuovo programma, in modo costante ogni 2 anni, infatti già nel 2021 per poter andare in pensione si dovranno avere sessantasette anni e tre mesi. L’aumento degli anni per chi deve andare in pensione sarebbe previsto già da una legge che risale al 2011 che stabiliva il rapporto diretto dell’età per il pensionamento in relazione alla durata media della vita, cioè la cosiddetta “aspettative di vita”.

Trentenni di oggi in pensione a 70 anni: le previsioni per il futuro

I trentenni di oggi quindi potranno andare in pensione a 70 anni, ammesso che abbiano raggiunto un monte di anni contributivi sufficienti allo scopo, condizione che non è da ritenersi poco probabile se si considerano i numerosi contratti precari ai quali sono sottoposti i lavoratori delle nuove generazioni.

I sindacati sono sul piede di guerra e hanno in programma un incontro sul tema per il prossimo martedì. Ma purtroppo le denunce e le richieste, già effettuate nei giorni scorsi, contro il nuovo meccanismo del Governo definito “infernale” potrebbero non avere esiti positivi, poiché si scontrerebbero con una realtà oggettiva del numero estremamente elevato di pensionati e l’ aspettativa di vita, per i prossimi anni, decisamente molto elevata.

Secondo le proiezioni dell’Istat i giovani sono destinati a vivere il loro lavoro in un modo precario e sicuramente poco stabile e con possibili Pensioni in futuro sempre più basse. Quindi non solo si dovrà lavorare fino a 70 anni, ma anche con la consapevolezza di una pensione ai minimi termini. Per frenare il fenomeno l’unica speranza sarebbe una possibile "decrescita" della popolazione, senza considerare che ci sarà, nel frattempo, sicuramente chi lascerà la nostra Penisola per cercare un lavoro e una pensione più dignitosi.