Novità sul fronte della pensione anticipata con le mosse del Governo Gentiloni che si renderanno necessarie nel prossimo autunno, quando dovrà essere approvata la legge di Bilancio 2018. Le anticipazioni di questi giorni si muovono su tre direttrici: innanzitutto, il tentativo di bloccare gli aumenti dei requisiti per le Pensioni anticipate e di vecchiaia che scatterebbero a partire dal 2019.

In secondo luogo, la cosiddetta "Fase 2" delle pensioni che riguarderà l'uscita delle generazioni più giovani, date le difficoltà di arrivare all'età della pensione con i contributi necessari.

Infine, le ipotesti di riforma riguardano anche il futuro dell'ape, l'anticipo pensionistico e la quota 41 dei precoci: sono da verificare le indiscrezioni secondo le quali potrebbe crearsi un canale di pensione anticipata con bonus di due o di tre anni.

Pensione anticipata e vecchiaia 2017: ipotesi riforma Ape, precoci quota 41, Rita e donne

Ad oggi, dunque, siamo nel campo delle ipotesi sulla pensione anticipata e di vecchiaia. Il Governo Gentiloni, infatti, non ha ancora pronta una proposta organica di riforma delle pensioni. Ma, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore di oggi, un pacchetto mini di interventi dovrà essere adottato nella prossima legge di Bilancio. Ad inziare dai ritocchi alla pensione anticipata con anticipo pensionistico (Ape): il Governo potrebbe lavorare per assicurare un bonus di contributi che garantirebbe l'uscita anticipata di 2 o 3 anni per le donne.

In questo modo si andrebbe a limitare l'effetto restrittivo dei requisiti necessari per l'Ape social ed anche per l'opzione donna.

E proprio a proposito di questo ultimo canale di uscita anticipata, si potrebbe intervenire anche sulla rendita integrativa (Rita), slegandola dai vincoli dell'Ape. La Rita potrebbe rappresentare in futuro una via di uscita con maggiori aspettative per i lavoratori che sono prossimi alla pensione, un primo step da prendere in considerazione.

Ma solo a partire dal 2019., ovvero dalla fine di questo primo periodo di sperimentazione. Le ipotesi di riforma della Rita riguardano le possibilità di defiscalizzazione per incentivare la previdenza complementare.

Pensioni anticipate e vecchiaia 2017, novità sull'aumento requisiti dal 2019

Non meno importante per la pensione anticipata e per quella di vecchiaia sarà l'intervento volto a bloccare l'aumento dei requisiti anagrafici e di contributi che scatterebbero dal 2019.

Tuttavia, le anticipazioni su questa direttrice evidenzierebbero criteri selettivi, ovvero il blocco degli aumenti dei requisiti potrebbe valere solo per alcune categorie di lavoratori. Ovvero, per chi svolga le attività gravose per le quali si è creato un canale di uscita agevolato sia per l'anticipo pensionistico Ape social (per il 2017 e per il 2018) che per la quota 41 dei precoci. In altre parole, il Governo Gentiloni potrebbe stabilire l'esenzione dagli aumenti dell'età e dei contributi per la pensione anticipata e di vecchiaia per le maestre e gli educatori, per gli infermieri e, soprattutto, per gli edili, piuttosto penalizzati per le particolarità del settore in questo primo approccio all'Ape.

Per il 2018, infine, i sindacati chiedono che vengano aumentate le risorse per la pensione anticipata dei precoci con quota 41 e per l'Ape social: in attesa del monitoraggio dell'Inps sulle 66 mila domande pervenute per i due canali di uscita anticipata, si potrebbe rendere necessario lo sfoltimento delle liste di attesa dei lavoratori che abbiano presentato domanda in virtù dei requisiti lavorativi raggiunti.