Mentre si attende tuttora il decreto attuativo sull'Ape volontario, il Governo torna ad occuparsi di previdenza in vista dell'avvio della cosiddetta Fase 2 che dovrebbe occuparsi delle questioni rimaste irrisolte nonostante l'entrata in vigore della Legge di Stabilità 2017.

Si tratta di alcuni argomenti relativi alla proroga del regime sperimentale donna, alla previdenza complementare, all'estensione del meccanismo di Quota 41, al riconoscimento dei lavori di cura e assistenza per le lavoratrici e alla flessibilità in uscita. Di fondamentale importanza è la parentesi aperta in questi giorni riguardante la pensione di garanzia volta ad integrare il trattamento minimo delle giovani generazioni che svolgono spesso lavori saltuari e discontinui.

Ipotesi di una pensione contributiva pari a 650 euro

"Chi come i giovani ha una condizione di lavoro discontinua, ha un grado di penalizzazione piuttosto alto. Anche se abbiamo del tempo davanti, è un tema che non possiamo rinviare", queste le recenti dichiarazioni del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti riportate su Pensioni Oggi. L'ipotesi alla studio dell'esecutivo, infatti, sarebbe quella di corrispondere un assegno di garanzia per i giovani rimasti fortemente penalizzati dal sistema contributivo. Come affermato dal consigliere economico di Palazzo Chigi Stefano Patriarca sarebbe necessaria anche l'introduzione di una pensione contributiva pari a 650 euro mensili per i lavoratori in possesso di almeno 20 anni di contributi effettivamente versati che potrebbero subire un aumento di altri 30 euro mensili per ogni anno superiore ai 20 anni di contribuzione.

I sindacati premono sullo stop dell'innalzamento dell'età

Intanto, il Governo non molla sul riconoscimento dei lavori di cura e assistenza ai fini contributivi per le lavoratrici che durante l'attività lavorativa hanno fruito di alcuni permessi per assistere un familiare con un handicap grave. Il ministro Poletti, inoltre, avrebbe ricordato la necessità di introdurre un meccanismo di uscita anticipata studiato appositamente per le donne oltre all'allargamento della platea dei lavori usuranti anche per i lavoratori del comparto edile, per gli infermieri, per gli insegnanti di scuole d'infanzia e asili nidi e i macchinisti. Nei piani delle tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil, invece, ci sarebbe lo stop dell'innalzamento dell'età pensionabile dovuto all'adeguamento dei requisiti ai dati Istat.