Anche Il Sole 24 Ore, in un articolo a firma di Davide Colombo e Marco Rogari, conferma le indiscrezioni degli ultimi giorni. La fase 2 del confronto sulle Pensioni tra governo e sindacati avrà per protagonista una sorta di Ape donna e non la proroga di Opzione Donna al 2018. Lo scenario appare ormai delineato. Maggiori informazioni si avranno nel corso della giornata di domani, quando ci sarà un nuovo incontro al quale parteciperanno, tra gli altri, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e I leader sindacali, da Susanna Camusso ad Annamaria Furlan, oltre a Carmelo Barbagallo, rappresentanti rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil.

Bonus contributivo, la linea è segnata

Giorno dopo giorno lo sconto contributivo per le donne che richiederanno in futuro l'anticipo pensionistico agevolato per poter andare in pensione prima dei termini stabiliti dalla legge Fornero si fa sempre più largo, prendendo il posto a quella che, fino a poco tempo fa, era l'unica misura sulla quale si discuteva quando il tema era la pensione delle donne. Una sorta di bonus la cui durata ancora non è stata quantificata con esattezza, ma probabilmente sarà fissata in 2, massimo 3 anni.

Nella giornata di ieri vi avevamo riportato a questo proposito le dichiarazioni di Annamaria Furlan sui lavori di cura. La sindacalista, oltre a confermare le priorità del sindacato in materia previdenziale, ha anche sottolineato come si debbano riconoscere, per le donne, i lavori di cura svolti per figli e genitori anziani.

Al momento non è ancora noto se i lavori di cura rientreranno o meno nel calcolo del bonus contributivo, così come appare ancora prematuro dire se il governo farà sua la recente proposta di assegnare per ogni figlio partorito uno sconto pari a un anno contributivo.

Anticipo pensionistico donna, come sarebbe oggi

Se ne parla tanto in questi giorni, ma in cosa consisterebbe realmente l'Ape donna?

Come riporta già il nome, si tratta di un intervento che riprende il modello dell'Ape sociale, per la quale hanno fatto richiesta -insieme a quota 41 per i lavoratori precoci- più di 60 mila lavoratori, nella prima fase scaduta lo scorso 15 luglio. Per le donne, se il bonus venisse confermato, ci sarebbe la possibilità di richiedere l'anticipo pensionistico con 27 (28) o 33 (34) anni contributivi (tra parentesi gli anni di contributi richiesti se il bonus sarà di 2 anni anziché 3).

La richiesta si potrà fare una volta raggiunti i 63 anni di età, a patto che dal 2019 non ci sia l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni.

Al momento, dunque, la nuova pensione anticipata delle donne rimane meno appetibile rispetto ad Opzione Donna. Per questo motivo le lavoratrici continuano a chiedere la proroga del regime sperimentale al 2018, senza però ricevere risposta, eccetto quella dell'onorevole Walter Rizzetto, che ha confermato di recente il suo impegno per la battaglia in favore delle lavoratrici.

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