La discussione sulle Pensioni si è riaccesa negli ultimi mesi per via delle nuove misure di flessibilità in uscita dedicate a chi si trova in età avanzata, ma uno spazio importante delle prossime riforme che andranno ad interessare il comparto sembra essere destinato proprio a chi si trova più lontano dalla data di quiescenza. Stiamo parlando delle giovani generazioni, coloro che dovrebbero idealmente occupare il posto di chi ora non riesce ad ottenere l'agognato pensionamento. Con lo scalino derivante dalla Manovra Fornero si è infatti bloccata la staffetta generazionale, mentre anche coloro che sono riusciti a trovare il primo impiego si vedono costretti ad affrontare la prospettiva di carriere discontinue e di contratti caratterizzati dalla precarietà.

Una situazione che sembra destinata a produrre difficoltà anche in età avanzata, quando il calcolo interamente contributivo potrebbe trasformare versamenti previdenziali ridotti per via della crisi occupazionale in un assegno basso, se non del tutto irrisorio. Per cercare di porre un rimedio alla questione, si sta sviluppando un ampio dibattito sulla cosiddetta "pensione di garanzia" per i giovani. Vediamo insieme quali sono gli ultimi aggiornamenti al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Pensioni di garanzia per i giovani: ipotesi a 650 euro per chi si trova in situazioni di disagio

Come logico attendersi, il fulcro della discussione riguardo la pensione di garanzia per i più giovani verterebbe sui requisiti utili per i potenziali aventi diritto, oltre che sui futuri importi.

Si potrebbe così pensare ad un minimo previdenziale, come nel retributivo, pari a 650 euro mensili per chi ha 20 anni di contributi, che possono aumentare di 30 euro al mese per ogni anno in più, fino ad un massimo di 1000 euro. Per poter beneficiare di questo assegno di garanzia, sarebbe quindi necessario aver maturato sia dei requisiti contributivi che anagrafici, ma si potrebbe perlomeno garantire un assegno minimo come avviene oggi per chi è registrato all'interno del sistema retributivo o misto.

A farsi carico del costo dell'operazione dovrebbe essere invece la fiscalità generale, al fine di garantire l'equità sociale tra le diverse generazioni.

Tra gli interventi in preparazione anche sgravi contributivi per i neo assunti under 35

Stante la situazione, il dibattito sembra destinato non solo a proseguire nel breve termine, ma anche ad ampliarsi.

Tra le tematiche in discussione vi sarebbero quindi non solo una "pensione di garanzia per i giovani con redditi bassi e carriere discontinue e sistema di redditi-ponte per la flessibilità previdenziale in uscita" ma anche "una più efficace integrazione tra primo e secondo pilastro" ha ricordato oggi Tommaso Nannicini. "E ancora: dimezzamento per tre anni dei contributi per i neoassunti under 35, ma con taglio permanente del costo del lavoro per sempre. Senza rinunciare alla riforma dell’Irpef basata sul cosiddetto «Fattore famiglia», per sostenere sia la natalità sia l’occupazione femminile". Secondo l'economista, "tra la manovra prossima e quella del 2018 è possibile davvero realizzare questi interventi e rafforzare un percorso di crescita che dia più opportunità alle nuove generazioni".

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