Continuano ad arrivare aggiornamenti in merito alle ultime opzioni di riforma riguardo la flessibilità previdenziale. Ad essere interessati non sono solo i potenziali aderenti all'APE, ma anche coloro che hanno sottoscritto un fondo pensione e desiderano fruire in anticipo del proprio montante, vivendo una situazione di disagio in età avanzata. Tanto che alla fine nella prossima Manovra potrebbe realizzarsi una sorta di mini-pacchetto di provvedimenti, da affiancarsi a quelli già in discussione con la cosiddetta FASE 2 del confronto tra Governo e sindacati.

Vediamo insieme di cosa si stratta nel nostro nuovo articolo di approfondimento sulle Pensioni.

APE sociale: le nuove richieste di modifica

Entrando nel merito tecnico delle proposte di modifica, si parte da un possibile potenziamento dell'APE sociale, il cui budget annuale stanziato da qui al 2018 potrebbe rivelarsi troppo esiguo rispetto al numero di richieste. Il successo della misura è stato confermato dall'elevato flusso di domande, che hanno superato in poche settimane le 66mila unità. Tra queste, bisognerà appurare quante saranno effettivamente accolte e quante invece verranno respinte perché non idonee per mancanza dei requisiti. Ad ogni modo, si tratterebbe di rivedere al rialzo i 300 milioni di euro previsti per l'anno 2017, oltre ai 609 milioni destinati al 2018.

Discorso similare per la nuova quota 41 dei lavoratori precoci, ma è sui nuovi criteri di ingresso che si giocherà probabilmente una delle battaglie più accese. I sindacati tenteranno infatti di allargare le maglie, comprendendo molti dei lavoratori in età avanzata e in situazione di disagio che attualmente risultano esclusi.

Pensioni anticipate, la nuova opzione dell'APE-donna

Vi è poi un capitolo completamente nuovo rispetto al passato, che mira a riequilibrare le differenze di genere e a permettere la valorizzazione dei lavori di cura e della maternità. Si tratta della cosiddetta ape donna, con la quale si proverà a ridurre l'età di accesso di un anno per ogni figlio.

È ancora da capire se potranno esserci ulteriori sgravi a livello di criterio anagrafico o contributivo. Bisognerà però capire quanto spazio concederà il Ministero del Lavoro, legato a sua volta alle proiezioni dei tecnici. Entro la metà del prossimo ottobre l'Inps dovrà aver elaborato la prima tornata di domande legate agli anticipi pensionistici e sarà quindi possibile comprendere quanto spazio si renderà disponibile per ulteriori interventi, oltre a quali risorse sarà necessario stanziare per le nuove opzioni di uscita.

Più flessibilità anche per l'uscita anticipata dei fondi pensione

Tra i possibili interventi di apertura alla flessibilità previdenziale non può mancare un riferimento a RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata dei fondi pensione.

Al momento per poter aderire all'opzione bisogna aver prodotto la certificazione Inps dei requisiti utili per l'APE volontaria. La nuova opzione allo studio prevede invece uno svincolo da tali criteri, per creare una maggiore flessibilità. La questione potrebbe diventare parte di un quadro d'intervento più ampio, che mira al rilancio del settore. Nella Fase 2 del verbale siglato lo scorso 28 settembre tra Governo e sindacati era già previsto un intervento nel comparto, mirante ad aumentare la platea dei sottoscrittori tramite i contratti collettivi e ad equiparare i vantaggi fiscali tra pubblico e privato. Slegare Rita dall'APE volontaria potrebbe contribuire a garantire ulteriori vantaggi fiscali agli aderenti, oltre che ad alleggerire il ricorso al welfare ed alla previdenza pubblica in situazioni di disagio in età avanzata.

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