I tempi in cui insegnare sembrava essere quasi un "secondo lavoro" allo scopo di "arrotondare" per ingegneri, avvocati o geometri annoiati sembrano essere definitivamente tramontati: diventare docenti in Italia è oggi una missione difficile, quasi impossibile. Accade invece sempre più frequentemente di rimanere invischiati in un lunghissimo e incerto periodo di precariato.

Vincitori solo di nome?

E se neanche vincere un concorso pubblico desse più alcuna garanzia? Il Miur, impegnato per il concorso sul personale ATA, torna a minare le speranze degli aspiranti docenti.

Per quanto infatti il settore docenti possa sembrare sempre più chiuso e irraggiungibile, risultare vincitori di concorsi sembrava ancora il porto sicuro che garantiva l'assunzione.

Vincitori di nome, ma non di fatto: questo è il caso dei 267 vincitori di concorso per altrettanti posti da insegnanti di Italiano, Storia e Geografia nelle scuole medie della Sicilia che rischiano di vedersi ritardata o persino negata l'assunzione. In definitiva, per inserire l'alto numero di vincitori occorrerebbero dai cinque ai sei anni, un tempo decisamente eccessivo per delle graduatorie in scadenza nel 2018/19. L'accaduto suona ironico se si pensa che i posti messi inizialmente in palio per la regione erano 433.

La sostanza non cambia per i 149 vincitori per l'insegnamento di Tecnologia. Leggermente migliore la situazione per l'immissione dei docenti di Matematica e Scienze, che non dovrebbero invece riscontrare particolari problemi (attesa a parte). La situazione non sembra dunque così rosea come i dati potevano far sperare.

Immigrazione e insegnamento

L'immigrazione, per quanto se ne possa dire, è l'unica vera protagonista in positivo di un momento che di positivo per i docenti ha poco o niente. La massiccia presenza di bambini e ragazzi provenienti dall'estero ha infatti fatto nascere quasi automaticamente una sorta di "nuova materia": una diversa modalità di insegnamento dell'italiano, spiegato ai giovani immigrati (specialmente cinesi e asiatici) come una vera e propria lingua straniera da imparare.

Dei 28 posti messi in palio si sarebbero classificati in 29: in questa categoria non esistono (per ora) graduatorie ad esaurimento di sorta.

Insomma, una vera e propria ventata d'aria fresca per una categoria fin troppo bistrattata economicamente e socialmente.