Crollano le Pensioni di vecchiaia e la pensione anticipata dei contribuenti italiani. L'importo dell'assegno mensile andrà sempre più riducendosi e l'uscita, per via del meccanismo che indicizza i requisiti delle pensioni alle aspettative di vita, sempre più allontanandosi. I lavoratori che ricadono nel meccanismo contributivo dell'Inps, quello in vigore dal 1° gennaio 1996, sono i contribuenti più a rischio. Secondo l'indagine di Progetica, infatti, per ogni 1.000 euro di stipendio netto di oggi, la pensione futura non andrà oltre gli ottocento euro.

Dunque, nella migliore delle ipotesi, la pensione di chi oggi è ancora giovane (poco meno dei quarant'anni), arriverà intorno ai settant'anni e sarà davvero da fame. Il discorso vale per l'uscita con pensione di vecchiaia ma, a maggior ragione, anche per la pensione anticipata dato il più basso montante contributivo.

Pensioni anticipate e di vecchiaia 2017: ultime novità oggi uscita e requisiti

Inoltre, si ridurrà il periodo di vita nella quale si godrà della pensione. Con l'uscita a 70 anni (già dal 2019 le pensioni di vecchiaia slitteranno a 67 anni e le uscite con pensione anticipata a 64 anni, con 5 mesi in più per entrambe rispetto ai requisiti richiesti per tutto il 2017 e 2018), i contribuenti potranno godere dell'assegno per poco più di un decennio.

Il calcolo è in rapporto sempre all'aspettativa di vita dell'Istat. Ma, considerando la situazione lavorativa italana, le cose potrebbero andare anche peggio. Infatti, i contribuenti che oggi hanno fino a quarant'anni hanno una carriera lavorativa caratterizzata da periodi di disoccupazione, da contratti precari che non permettono di incrementare il montante dei contributi per le pensioni e, da ultimo, dai voucher.

La discontinuità lavorativa avrà come risultato quello di dover lavorare anche oltre i 75 anni con il meccanismo previdenziale in vigore attualmente. Si lavorerà, in altre parole, circa dieci anni in più rispetto alla pensione di vecchiaia attuale (66 anni e sette mesi).

Pensioni vecchiaia e anticipata 2017: notizie importo uscita pensione futura

Secondo i calcoli della Progetica, ulteriore conseguenza sarà anche quella di pensioni anticipate e di assegni di vecchiaia ben più bassi di quelli che, ad oggi, riscuotono i pensionati. Con l'attuale uscita per la pensione con il meccanismo contributivo e in presenza di trentacinque anni di contributi, si potrà godere di un tasso di sostituzione (ovvero il rapporto tra l'importo della pensione e l'ultimo stipendio) pari al 75 per cento. Ciò significa, dunque, che ogni 1.000 euro dell'ultimo stipendio, la pensione sarà pari a 750 euro. L'uscita con 40 anni di contributi aumenta il rapporto di sostituzione addirittura all'85 per cento.

Più contributi si versano, maggiore sarà l'importo della pensione. Ma non sarà cosi per le generazioni che arriveranno alla pensione nei prossimi decenni. Infatti, secondo i calcoli dell'Istituto di ricerca, il tasso di sostituzione diminuisce drasticamente al 31 per cento per chi lavora con Partita Iva, al 34 per cento per i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa ed al 44 per cento per i contribuenti alle dipendenze. In altre parole, la pensione futura sarà di appena un terzo rispetto all'attuale stipendio.