Il diploma quadriennale ottiene il via libera dal Ministro dell'istruzione Valeria Fedeli. L'idea, che dovrebbe anticipare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, in realtà scontenta gli insegnati e rischia di ridurre ulteriormente la qualità della didattica messa già a dura prova dai continui cambiamenti proposti dall'alternarsi repentino della classe politica. Vediamo in dettaglio quali sono gli aspetti del decreto e le sue criticità.

La sperimentazione partirà nell'anno scolastico 2018/19 su 100 classi scelte con bando nazionale

Entro la fine di agosto sarà emanato il bando nazionale cui potranno partecipare tutte le scuole, comprese quelle paritarie.

Le domande, corredate da un progetto didattico innovativo, dovranno essere presentate dalle singole istituzioni scolastiche dal 1 al 30 settembre 2017. Tra tutte le domande presentate, la sperimentazione verrà avviata in sole 100 classi. Alle scuole si richiede una rimodulazione dei piani di studio, l'utilizzo di tecnologie innovative nella didattica, la metodologia Clil e una progettazione in linea con il proseguimento degli studi o l'inserimento nel mondo del lavoro. Le domande saranno valutate da un'apposita Commissione tecnica e, successivamente, in ogni regione saranno istituiti i Comitati scientifici che avranno il compito di valutare gli esiti della sperimentazione e comunicarli al Comitato Scientifico Nazionale.

Come saranno articolate le classi del diploma quadriennale?

È logico che, accorciando il corso temporale degli studi, il tempo dovrà essere ottimizzato. Se, dunque, da una parte il decreto precisa che 'dovrà essere garantito il raggiungimento di tutti gli obiettivi specifici di apprendimento del percorso di studi scelto', dall'altro lo stesso decreto introduce possibili scenari per raggiungere tali obiettivi.

Il potenziamento dell'orario (nelle ore pomeridiane?) di tutte le discipline è una delle possibili ipotesi che si evidenzia tra le righe del decreto. Altra novità è il potenziamento di alcune discipline come il Diritto e la Storia dell'Arte. I tempi da dedicare all'alternanza Scuola-lavoro saranno invece ricavati durante le vacanze di Natale e nei mesi estivi per evitare di decurtare ulteriormente il monte ore annuale.

Le criticità di questo decreto

Se l'intento che muove l'idea del diploma quadriennale è buono (anticipare di un anno l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro) fattivamente la realizzazione di questo decreto presenta delle criticità che, quasi sicuramente, andranno a sconvolgere in peggio l'impianto della scuola italiana. La compressione della didattica in quattro anni, seppur potenziata nelle ore pomeridiane, rischia di ridurre a mere nozioni il bagaglio culturale degli studenti. È, inoltre, paradossale che il decreto sui diplomi quadriennali arrivi quasi contemporaneamente col parere favorevole del Cdm alle assunzioni proposte del Ministro Madia: Un anno in meno significa classi in meno e, di conseguenza, riduzione del personale ed esuberi in quegli istituti che adotteranno la formula dei quattro anni. In tutto questo è da evidenziare l'assordante silenzio dei Sindacati.