Le vacanze sono ormai agli sgoccioli e, come di consueto, l’autunno porterà il Governo a programmare la nuova manovra finanziaria. Prima di essa, a settembre, altro appuntamento molto importante, il Documento di Economia e Finanza. Si inizia a programmare l’anno nuovo dal punto di vista economico e finanziario. Molte le cose da fare e molte le richieste su lavoro, pensioni, tasse e così via. Il Governo però, tra vincoli europei e scarsità di risorse, deve centellinare le spese, anche in previsione. Sembra certo che le pensioni non dovrebbero erodere molto, perché ai sindacati che chiedono una riforma previdenziale profonda, gli esponenti del Governo hanno fatto capire che questa non è priorità.

Gran parte della manovra di bilancio e dei fondi in essa stanziati, saranno destinati alle politiche occupazionali, con incentivi, bonus e norme che consentano alle aziende di assumere i giovani che oggi sono troppo stretti nella morsa della disoccupazione e del precariato.

Incentivi assunzioni

Ormai è ufficiale, dal 1° gennaio 2018, tornerà lo sgravio contributivo conosciuto come bonus assunzione giovani. Uno sgravio che consentirà alle aziende di assumere a tempo indeterminato giovani senza versare i contributi Inps in misura piena. Infatti, per i primi 3 anni i contributi dovuti saranno ridotti al 50%. Sembra certo anche che dopo il triennio di sgravio, la continuità di contratto darà diritto ad altri 2 anni di incentivo, sempre sotto forma di sgravio contributivo, però ridotto del 30 e del 20% circa.

Lo sgravio contributivo dovrebbe riguardare i giovani che non hanno un lavoro stabile. Inizialmente previsto per ragazzi fino a 29 anni di età, sembra che riguarderà giovani fino a 35. Anche come perimetro di applicazione in relazione alle aziende a cui è destinato, il bonus occupazionale sembra si allargherà a tutto il territorio nazionale rispetto a quanto previsto inizialmente, cioè nelle aree del Mezzogiorno e in quelle svantaggiate.

Norme e controlli sulla regolarità

Obbiettivi del bonus, naturalmente la lotta alla disoccupazione, al precariato ed il rilancio occupazionale, ma anche l’avvio del turnover tra vecchi e giovani lavoratori. Su questo punto lo scontro tra Esecutivo e sindacati è totale, con le parti sociali che chiedono di non contrapporre lavoro e pensioni come ultimamente fa il Governo ha fatto quando ha parlato di manovra di bilancio che guarderà ai giovani ed all’occupazione piuttosto che alle pensioni.

Due argomenti che per i sindacati vanno di pari passo ed a ragione, perché non è pensabile di dare lavoro ai giovani senza mandare in pensione prima i vecchi. Per evitare furbate e polemiche, controlli e norme serie accompagneranno la misura. Potranno fruire del bonus, aziende che non hanno effettuato licenziamenti nei 6 mesi precedenti l’assunzione agevolata e sempre per 6 mesi, il neo assunto non potrà essere licenziato. Inoltre, il datore di lavoro deve risultare in regola con il Durc e non deve avere problemi in materia Contratti Collettivi e lavoro. Non potranno essere ammesse assunzioni di personale che era già in organico all’azienda che vuole sfruttare il bonus. Il Ministro Poletti ha confermato tutto il pacchetto incentivi, anticipando la volontà dell’esecutivo di rendere le misure permanenti, cioè non temporanee.

Al meeting di Rimini poi, il Premier in Persona, Gentiloni ha ribadito grosso modo gli stessi concetti. Poletti poi, intervistato dal Corriere della Sera ha confermato la serie di norme anti che dovrebbero evitare comportamenti scorretti da parte delle aziende. Sarebbero 300mila i soggetti che potrebbero beneficiare degli sgravi.