Il 2018 porterà nuova linfa per l'occupazione giovanile in Italia. Il Governo ha infatti deciso di far diventare strutturali gli incentivi all'occupazione proprio a partire dal nuovo anno. Il piano del Governo starebbe prendendo forma concreta proprio in queste ore. Sembra che Palazzo Chigi sia orientato infatti a far durare le misure per gli under 32 per un triennio. Anche se, all'interno della maggioranza, ci sarebbe anche chi pensa che andrebbe fatto di più per abbassare il cuneo fiscale e chi, invece, ritiene che gli incentivi dovrebbero durare due anni.

Le dichiarazioni dei responsabili del Governo

Il Viceministro dell'Economia, Enrico Morando, commentando la decisione del Governo ha puntualizzato che l'intervento dovrà essere necessariamente strutturale in quanto vanno date certezze ad entrambe le parti, cioè imprese e lavoratori. Integrando quanto affermato dal Viceministro Morando, il consigliere economico di Palazzo Chigi, Marco Leonardi, alza il sipario sulle prossime mosse del Governo. Infatti fa notare che, nonostante i saldi complessivi della manovra saranno noti solo a settembre, gli incentivi dovrebbero interessare una platea di circa 300 mila giovani. In tutto insomma sarà necessario stanziare una cifra prossima ai 2 miliardi di euro.

Il Governo pensa anche ad un rafforzamento delle politiche attive del lavoro nelle principali aree di crisi economica del nostro Paese. E ha citato l'esempio dell'assegno di ricollocazione che dovrebbe essere esteso ai lavoratori colpiti da crisi aziendali e da procedure di licenziamento collettivo.

Gli altri capitoli dell'agenda di Governo

I responsabili della manovra hanno chiarito che non sarà possibile bloccare l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita come richiesto dai Presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi.

Le risorse a disposizione, anche a causa dell'impennata del debito pubblico certificata dalla Banca d'Italia, rimangono limitate.

Anche se, continua Leonardi, sono previsti degli interventi sulle pensioni per incentivare e migliorare la flessibilità in uscita. Nel mirino del Governo ci sono interventi specifici sull'Ape volontaria, l'Ape sociale, ma anche la Rita, la rendita temporanea anticipata. E si continua a ragionare su un meccanismo di pensione di garanzia per i giovani.

Anche se Cesare Damiano, replicando alle dichiarazioni di Morando, che aveva chiuso alla possibilità dello stop dell'età pensionabile, afferma che i conti andrebbero rifatti. E questo proprio sulla base del rapporto 2016 del Ministero dell'Economia sull'aspettativa di vita che affermava chiaramente che a fronte del calo dell'aspettativa stessa del 2015 non era possibile alzare l'età pensionabile a 67 anni. Il dibattito continua.