Sempre nell'ottica della riforma delle pensioni, c'è da registrare il nuovo obiettivo del Governo. Il ministro del lavoro Giuliano poletti ha invitato i sindacati a partecipare mercoledì al tavolo sulle Pensioni dove si parlerà dell'aumento dell'età pensionabile. Il nuovo limite fissato per il 2021 sarà di 67 anni. Poletti e Gentiloni hanno partecipato ad un incontro a Rimini e, in quella circostanza, il ministro ha ribadito di non voler prendere posizione perché in attesa dei dati Istat. Il rapporto dell'Istituto di Statistica arriverà nei primi 10 giorni del mese prossimo e negli stessi giorni inizierà la stesura della nuova legge di bilancio 2018.

Il silenzio di Poletti non lascia presagire niente di buono perché una clausola, inserita nel decreto salva Italia dalla Bce, obbliga al nuovo limite di età di 67 anni a partire dal 2021. E questo avviene in maniera automatica. Già in passato nelle stesse circostanze, pur essendoci una diminuzione dell'aspettativa di vita, lo scatto in avanti è avvenuto comunque. Evidentemente il silenzio di Poletti dipende proprio da questo e il suo imbarazzo è comprensibile perché non sa come spiegarlo alle parti sociali.

La soluzione

Il decreto Salva Italia venne approvato con urgenza nel 2011. Nel testo era previsto che nel 2021 il limite venisse fissato a 67 anni. Questo avviene automaticamente senza tener conto dell'aspettativa di vita.

Questa clausola venne espressamente richiesta dalla Bce e dalla Commissione europea. Secondo la ragioneria di Stato, modificare la clausola provocherebbe problemi e ne risentirebbe l'economia con un consistente danno erariale. Quindi meglio non modificare nulla. Ma l'onorevole Roberto Simonetti della lega Nord ha presentato un disegno di legge che ha l'obiettivo di congelare l'età pensionabile fino al 2022.

E visto che l'Italia è tre anni avanti rispetto agli altri paesi europei potrebbe essere una soluzione tampone provvisoria.

In ogni caso, anche se si è cercato di apportare modifiche al decreto Salva Italia, la riforma Fornero è sempre valida. I requisiti necessari per andare in pensione sono quelli fissati nella riforma. Sono state introdotte delle parziali modifiche con l'Ape social e pensione quota 41 e attualmente la pensione di vecchiaia si ottiene dal 2018 con 66 anni e 7 mesi di età. Addirittura per chi ha diritto al calcolo contributivo sono necessari almeno 5 anni di contributi e l'età pensionabile è di 70 anni e 7 mesi.