La settimana appena entrata, prima della consueta pausa estiva, ha in calendario l’incontro tra Governo (rappresentato dall’Aran) e sindacati, in materia lavoro pubblico. La questioni da discutere sono sempre le stesse, perché c’è da continuare il lavoro sul rinnovo del contratto e c’è da completare la messa in opera di tutte le novità della riforma madia. L’attesa resta tanta per quanto riguarda il tanto agognato rinnovo del contratto, con tutti i relativi aumenti di stipendio che dovrebbero toccare ai lavoratori. Le ultime notizie però spingono a credere che l’argomento più discusso potrebbe essere quello della lotta agli assenteisti, perché indiscrezioni e notizie non ufficiali, ma piuttosto certe, segnalano una grande novità in materia controlli fiscali.

Il punto sul contratto

Si riparte dal solito balletto delle 85 euro promesse dalla Madia e ratificate nell’ultimo incontro del 2016, quando Governo e sindacati firmarono una bozza di intesa in materia rinnovo del contratto. Ai lavoratori, secondo quell’intesa, sarebbero toccate 85 euro medi a testa, ma lorde. Nell’atto di indirizzo che la Madia ha mandato all’Aran e al quale l’Agenzia deve attenersi in sede di contrattazione, gli aumenti previsti seguiranno criteri di meritocrazia e necessità. Infatti dovrebbero essere elargiti in maniera maggiore a dipendenti pubblici con stipendi più bassi e con comportamenti virtuosi e produttività maggiori. Questo perché i soldi per garantire gli 85 euro a testa, seppur lordi, non sono stati ancora stanziati.

Infatti le cifre messe sul tavolo nell’ultima Legge di Bilancio, aggiornate con il DEF, non bastano e rendono necessario intervenire con stanziamenti aggiuntivi nella prossima manovra finanziaria. Dopo la sentenza della Consulta che ha tacciato di incostituzionalità il blocco e dopo gli oltre 8 anni di attesa dei dipendenti, sembra probabile che bisognerà attendere l’anno nuovo per vedersi erogare gli aumenti.

Questo in barba alle parole del Ministro della Funzione Pubblica Madia, che auspicava il rinnovo per ottobre ed in barba ai diritti dei lavoratori che non si sono visti erogare nemmeno la canonica indennità di vacanza dovuta per il periodo di vuoto contrattuale.

Bonus per i dottori

Se le procedure che dovrebbero portare al rinnovo del contratto appaiono quantomeno lente, non è così per le altre novità della riforma Madia, prima tra tutti la lotta all’assenteismo.

Una cosa ormai risaputa è il passaggio delle funzioni di controllo dai medici delle ASL a quelli dell’Inps. Il polo unico delle visite, sia per lavoratori statali che privati passa nelle mani uniche dell’istituto di Previdenza. La novità che finirà, con buona probabilità, con l’occupare buona parte della discussione sul tavolo della trattativa riguarda fantomatici premi ai dottori in base alle visite effettuate ed agli obbiettivi programmati. Proprio sui risultati c’è la grande novità, con premi e bonus ai medici che scovano più infrazioni tra i lavoratori in malattia. L'atto di indirizzo per i medici prevede oltre alla classica indennità di disponibilità ed alle maggiorazioni proporzionate al numero di visite di controllo domiciliari e ambulatoriali, anche premi in denaro in base a quanti falsi malati vengono beccati durante le visite.

Un incentivo al lavoro per i medici, nell’ottica di combattere l’assenteismo e di ridurre i costi delle visite. Almeno questo quanto si evidenzia leggendo la parte della riforma e la parte di atto di indirizzo relativa al polo unico per le visite fiscali. E se per il rinnovo, date certe non ce ne sono, per le visite, le novità dovrebbero partire già il 1° settembre, bonus ai medici-ispettori “virtuosi” compresi.