Dopo anni di blocco delle assunzioni, che ha portato le pubbliche amministrazioni ad avere un personale con un'età media abbondantemente superiore alla cinquantina, finalmente qualcosa si muove.

Le nuove assunzioni

Con un tweet il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, ha annunciato di aver firmato un decreto che autorizza l'assunzione in via straordinaria di 2.739 nuove unità nei ranghi della pubblica amministrazione, a cui - sono le parole dello stesso ministro- "presto ne seguiranno altri".

I nuovi dipendenti statali non saranno impiegati amministrativi, ma apparterranno alle Forze dell'Ordine ed ai Vigili del Fuoco, settori che soffrono entrambi di una forte carenza di personale, e che sono, al contempo, particolarmente sotto pressione per le gravose competenze che sono chiamati a svolgere; nello specifico, i 2.739 posti saranno suddivisi tra l'Arma dei Carabinieri, che ne avrà il maggior numero (850), la Polizia di stato (750), la Guardia di Finanza (420), il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (400), e, infine, la Polizia Penitenziaria, che potrà contare su 319 nuovi ingressi.

Secondo quanto riferiscono fonti del Ministero presieduto dalla Madia, il costo a regime delle nuove assunzioni si aggirerà intorno ai 132 milioni di euro; si tratta di una cifra cospicua, nel risicato spazio operativo a disposizione in un bilancio statale permanentemente in deficit, ma - affermano i collaboratori del ministro - le risorse disponibili possono essere prelevate da un apposito fondo che l'ultima legge di stabilità ha riservato proprio per permettere alle amministrazioni pubbliche di incrementare il proprio personale con immissioni straordinarie, oltre a quelle che già erano state programmate.

Il blocco delle assunzioni al capolinea?

Le prospettive per chi aspira ad un impiego pubblico sembrano volgere finalmente al bello, dopo un lustro di severo blocco del turnover che ha vanificato le speranze di molti giovani, costretti a partecipare a micro-bandi di concorso con pochissimi posti disponibili.

Se inquadriamo quest'ultimo annuncio in un quadro più ampio, che abbraccia un orizzonte temporale di alcuni mesi, percepiamo quello che sembra essere un deciso cambiamento delle politiche di dimagrimento dei ruoli della pubblica amministrazione.

Nello scorso novembre è stato bandito un maxi-concorso come non se ne vedevano da decenni: ben 800 posti, poi elevati a 1.400, aperti a diplomati presso il Ministero delle Giustizia; in primavera, altri 250 posti per laureati al Ministero dell'Interno; ora i quasi 2.800 di cui si è detto, che non saranno gli ultimi, a sentire il ministro.

Considerato che nel 2018 ci saranno le elezioni politiche, non è azzardato presumere che ci saranno altre, consistenti opportunità di lavoro nel settore pubblico entro la prossima primavera.