Il reddito di inclusione è una nuova forma di sostegno al reddito per indigenti. La misura ha ricevuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri del 29 agosto ed entrerà in vigore nel 2018. Infatti, dopo il via libera del CDM, non è più necessario il nuovo passaggio parlamentare, essendo la misura immediatamente effettiva. Il Governo ha dimostrato di credere fortemente in questa novità, stabilendo per la misura una dotazione di 2 miliardi all’anno e contando di aiutare oltre 400mila famiglie in condizioni di disagio. Per la prima volta l’ordinamento normativo nostrano viene dotato di una misura unica di contrasto alla povertà, un sussidio nazionale per i più poveri.

Il REI

Per ottenere il Reddito di inclusione il parametro di riferimento resta l’indicatore della situazione economica equivalente, cioè l’ISEE. La soglia è fissata a 6.000 euro di ISEE, anche se pure il reddito patrimoniale assume una certa rilevanza. Infatti, le famiglie ed i soggetti che potranno accedere al REI non devono possedere immobili per un valore patrimoniale superiore a 20mila euro, sempre escludendo la casa di abitazione. Lo stanziamento di cui parlavamo in premessa, secondo i calcoli del Governo dovrebbe essere sufficiente a coprire tutte le domande. Il decreto però prevede, nel caso le risorse siano insufficienti o superiori al previsto, la possibile estensione della misura o i criteri di assegnazione prioritaria.

Il sussidio verrà assegnato in maniera prioritaria alle famiglie con figli al di sotto dei 18 anni, invalidi, donne in gravidanza e ai disoccupati over 55. In caso di risparmi rispetto alle cifre previste il sussidio potrebbe essere esteso anche ad altre tipologie di soggetti o nuclei familiari.

Soglie, cifre e date

Il canale per la presentazione delle domande è l’Inps, al quale presentare le domande dal prossimo 1° dicembre.

La domanda deve essere corredata da una dichiarazione ISEE precompilata ed in corso di validità. A coloro che verrà concesso, il reddito di inclusione erogherà un assegno mensile per un massimo di 18 mesi. Nel caso in cui la situazione di disagio del beneficiario continui dopo i 18 mesi, le norme consentiranno di ripresentare domanda per il REI, ma decorsi 6 mesi dall’ultimo assegno ricevuto.

Il REI sarà pagato tramite una carta elettronica, come dicevamo con cadenza mensile e con importi variabili tra i 190 euro al mese per un nucleo familiare formato da un solo individuo disoccupato ed over 55, e 485 euro al mese per famiglie con 5 o più soggetti.

Se la dotazione economica della misura è di 2 miliardi all’anno, il Governo ha stanziato ulteriori 550 milioni per il prossimo triennio da destinare ai centri per l’impiego o ai servizi sociali che si occuperanno del progetto personalizzato per i beneficiari. Infatti il REI è articolato oltre che sulla componente economica, con la ricarica mensile sulla carta elettronica, anche su una componente personale del soggetto o della famiglia beneficiaria.

In base ad una particolare valutazione dello stato di bisogno del nucleo familiare, composta dalla situazione lavorativa dei componenti, dal loro profilo di occupazione lavorativa, dall’istruzione o formazione e così via, i centri per l’impiego o i servizi sociali metteranno in atto i progetti personalizzati per ogni beneficiario.