Torna al centro dell'attenzione l'argomento relativo alla riforma Pensioni 2017, diventata ormai tematica di attualità e che suscita tantissime polemiche tra i cittadini e gli addetti ai lavori. In particolare, in questo articolo, si parla ancora di APe social e dei possibili interventi in favore delle donne e dei giovani. Dopo le novità sull'interruzione dello strumento in caso di conseguimento dell'uscita anticipata, come riportato da Pensionioggi.it, il prossimo 30 agosto partirà la fase due del confronto tra i sindacati e il Governo con diversi tavoli che si affronteranno nei giorni a venire.

Riforma pensioni: ecco tutti i prossimi incontri

Prima di tutto, il 30 agosto, si parlerà della previdenza per quanto riguarda i giovani e quella complementare, oltre che delle possibili agevolazioni per accedere all'APe social alle donne impegnati in lavori di cura e dell'ormai noto argomento della speranza di vita, definito proprio dai sindacati come un meccanismo socialmente insostenibile. Allo stesso tempo, dovrebbe occuparcisi anche di fare un primo tagliando all'APe, con l'obiettivo principale di introdurre vari correttivi nei confronti di coloro i quali sono rimasti esclusi.

Riforma pensioni: i provvedimenti per le donne

Il 31 agosto, invece, ci si dovrebbe occupare delle politiche attive e passive, oltre che degli ammortizzatori sociali, di garanzia giovani e della nuova governance dell'Inps.

Il 7 settembre sarà la volta della rivalutazione delle pensioni nella speranza di ripristinare le fasce di rivalutazione più favorevoli a partire dal 2019. Ma durante questi incontri ci si occuperà di allargare le platee di beneficiari dell'APe social e per far ciò si starebbe pensando di ridurre i requisiti contributivi per le donne: si potrebbe dunque passare dai 30 anni di contribuzione ai 27.

Riforma pensioni: gli eventuali interventi per i giovani lavoratori

Durante gli incontri relativi alla riforma pensioni 2017, inoltre, si parlerà delle misure riguardanti i giovani, in particolar modo della pensione di garanzia in modo da fronteggiare la disoccupazione giovanile. Potrebbe essere attuata una riduzione del 50% del cuneo contributo per tutti coloro i quali hanno meno di 35 anni per i primi 2-3 anni di contratto a tempo indeterminato, in modo da agevolare le assunzioni stabili.

Successivamente tale intervento potrebbe diventare strutturale con una riduzione pari al 4% e che verrà divisa a metà tra lavoratore e datore. Potrebbe essere valutata anche la possibilità di eliminare il vincolo di una pensione non inferiore a 1,5 volte l'assegno sociale per poter uscire a 66 anni e 7 mesi e il passaggio da 2,8 a 1,5 volte per poter uscire a 63 anni e 7 mesi.

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