Dall'Ape alla pensione minime garantita per i giovani, dalle agevolazioni previdenziali per la lavoratrici alla Rita fino all'aumento dell'età pensionabile: sono questi alcuni dei capitoli all'ordine del giorno dell'incontro sulla riforma Pensioni (fase 2) tra esecutivo e parti sociali in programma per mercoledì 30 agosto nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali diretto dal ministro Giuliano Poletti (Pd).

Pensioni, va avanti il tavolo di confronto sulla fase due della riforma

Dopo la riunione di fine mese, il tavolo di confronto sulla seconda parte della riforma pensioni - come riporta oggi l'agenzia di stampa Agi - tornerà a riunirsi venerdì 1 settembre e giovedì 7 settembre: si discuterà anche della rivalutazione dei trattamenti pensionistici in essere e delle modifiche legislative al mercato del lavoro.

Tanta è insomma a carne sulla brace, ma il capitolo più controverso è quello legato all'innalzamento automatico dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale. Dal 2019, in base alle speranze di vita, si potrà andare in pensione a 67 anni e non più a 66 anni e 7 mesi come prevede attualmente la legge Fornero varata nel 2011 dal Governo Monti appoggiato in parlamento dalla maggioranza di grosse koalition alla tedesca.

Riunioni in programma il 30 agosto, ma anche l'1 e il 7 settembre

Sulla vicenda il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha fatto sapere che l'esecutivo aspetta i nuovi dati che saranno diffusi dall'Istituto nazionale per la previdenza sociale la cui diffusione è in programma a settembre.

Le organizzazioni sindacali, ma anche i presidenti delle commissioni Lavoro di Palazzo Madama e Montecitorio (Maurizio Sacconi e Cesare Damiano) chiedono di bloccare l'automatismo dell'aumento dell'età pensionabile attualmente previsto dalla normativa. Su questa proposta non si è ancora espresso il ministro Poletti, ma si sono espressi senza tanti giri di parole il vice ministro dell'Economia e delle Finanze e il responsabile economico del Pd di Matteo Renzi, rispettivamente Enrico Morando e Tommaso Nannicini.

L'esponente del Governo Gentiloni e il dirigente del Partito democratico hanno detto no al blocco dell'aumento dell'età pensionabile e questa sembra al momento la linea ufficiale dell'esecutivo. Fibrillazioni, dunque, nella maggioranza di governo e ancora una volta scontro interno nel Partito democratico che già sull'agenda sociale, ma anche sulla scuola, ha consumato una prima scissione che ha portato alla nascita di Articolo 1, il movimento dei bersaniani democratici e progressisti che continua a crescere di ora in ora; era le news entry ci sarebbe anche il Commissario per la ricostruzione post terremoto in centro Italia Vasco Errani.