Scontro interno nel Pd di Matteo Renzi sulla fase due della riforma Pensioni. Così come sulla fase uno e sulle politiche sociali e del lavoro che hanno già determinato la scissione nel Partito democratico e la nascita di Articolo 1 - Movimento democratici e progressisti, anche sulla seconda parte degli interventi sulla previdenza si alzano i toni del dibattito interno alla maggioranza di governo. Terreno di scontro è l'aumento automatico dell'età pensionabile.

Pensioni, si riaccende lo scontro nel Partito democratico di Renzi

I sindacati hanno già annunciato battaglia e insistono per lo stop dell'adeguamento automatico delle pensioni in base alle aspettative di vita.

L'esecutivo finora ha preso tempo, con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti che ha rinviato la discussione in autunno, quando saranno disponibili i nuovi dati dell'Istituto nazionale di statistica. Ma a tracciare la linea del Partito democratico e del Governo Gentiloni sembrano il responsabile economico dem e il viceministro dell'Economia e delle Finanze, rispettivamente Tommaso Nannicini e Enrico Morando. Per loro due l'età pensionabile va aumentata dal 2019, così come già previsto dalla legge Fornero, altrimenti si mettono a rischio i conti pubblici. Nannicini e Morando non sembrano indicare soluzioni alternative, come invece hanno fatto i presidenti delle commissioni Lavoro di Palazzo Madama e Montecitorio, rispettivamente Maurizio Sacconi (Energie per l'Italia) e Cesare Damiano (Partito democratico), che hanno proposto il rinvio dell'adeguamento dell'età pensionabile alle aspettative di vita a partire dal 2021, non dal 2019 come attualmente previsto.

Ad accendere la discussione è l'aumento dell'età pensionabile

"Morando - ha dichiarato oggi in un comunicato stampa rilanciato dalle agenzie il presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati - si è pronunciato contro il rallentamento della salita dell'età pensionabile a 67 anni. Ci stupisce il fatto - ha aggiunto Cesare Damiano criticando senza tanti giri di parole il compagno di partito e componente del Governo Gentiloni - che il viceministro ignori o disconosca il Rapporto 2016 del suo stesso Ministero nel quale - ha specificato il parlamentare dem ricordando il dossier del Mef - si prende atto della imprevista diminuzione dell'aspettativa di vita avvenuta nel 2015".

Secondo Damiano, quanto emerge dal dossier del Ministero dell'Economia e delle Finanze, comporta un adeguamento delle pensioni contenuto in maniera significativa in confronto a quello ipotizzato, ovvero cinque mesi. Evita di fare polemiche mantenendo toni moderati ma il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio incalza il governo.

"Un'affermazione di buon senso - ha scritto oggi in una nota - che il Governo non può ignorare. Se quando sale l'aspettativa di vita sale l'età della pensione, quando scende - ha chiesto Damiano rivolgendosi all'esecutivo - che si fa?". Questa la domanda posta da Damiano, che ormai da tempo cerca di correggere dall'interno del Pd la linea del governo sulle politiche sociali. "Vorremmo semplicemente - ha concluso il deputato dem - una risposta". Chissà se replicherà il viceministro Morando chiamato in causa. Non resta che attendere l'evoluzione del dibattito delle prossime ore per farsi un'idea più completa della intenzioni del governo e del Pd sulla fase due della riforma pensioni e in particolare sull'aumento dell'età pensionabile su cui le organizzazioni sindacali sono pronte a dare battaglia.