Nonostante non abbia una posizione di rilievo, figura anche Opzione Donna nella proposta unitaria che Cgil, Cisl e Uil sui temi previdenziali della fase 2 del confronto con il governo. Rappresenta il decimo degli undici punti di cui è composto il documento che potete trovare in copia pdf sul sito rassegna.it. Oltre al protocollo OD, le sigle sindacali puntano però tantissimo su una maggiore flessibilità per le lavoratrici madri, per cui viene chiesto un anticipo di 3 anni. Lo si fa in nome della disparità di genere, senza forse rendersi conto che così facendo si andrebbe a creare una disparità anche fra le donne, tra chi è madre e chi invece non lo è.

Risorse Opzione Donne, il punto 10 del documento

"Verifica della consistenza delle risorse residuate per l'opzione donna e l'ottava salvaguardia relativa agli esodati gestendo le problematiche aperte". Dopo averlo promesso, i sindacati hanno mantenuto la parola. L'impegno sul protocollo OD prosegue. Chiedendo al governo di verificare i fondi rimasti a disposizione ed affrontare quelli che sono ancora i problemi irrisolti (non soltanto di OD), è evidente l'obiettivo di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati mirano alla proroga di Opzione Donna quanto meno al prossimo anno, al 2018. Si fa strada però anche la possibile resa strutturale di quello che è rimasto negli anni sempre un regime sperimentale.

Non più tardi di una settimana fa, Elsa Fornero aveva posto una pietra tombale sulla misura Opzione Donna, affermando che a causa delle scarse risorse a disposizione del governo il provvedimento si era bloccato.

Dopo la richiesta ufficiale da parte dei sindacati attraverso un documento comune, che oggi viene definita "piattaforma unitaria", le donne che stanno attendendo la proroga al 2018 tornano a sperare. Ci sono però anche altre novità.

Pensioni anticipate, per le donne 3 anni di anticipo rispetto agli uomini

Dal prossimo anno, l'età della pensione di vecchiaia sarà uguale per uomini e donne.

I sindacati non ci stanno e rispondono, attraverso il punto due del documento con la valorizzazione dei lavori di cura ed il superamento di disparità di genere. Secondo la richiesta presentata ufficialmente dai sindacati, le madri lavoratrici dovrebbero avere diritto ad una pensione anticipata fino ad un massimo di 3 anni di anticipo rispetto agli uomini.

Se oggi è possibile richiedere l'Ape volontaria e social a partire dai 63 anni, le donne con tre figli andrebbero in pensione a 60 anni.

Come funzione la pensione anticipata delle donne secondo la proposta dei sindacati? Anziché 6 mesi di bonus contributivo per ogni figlio come proposto per l'Ape donna, annunciata da Giuliano Poletti di recente, Cgil Cisl e Uil si battono affinché venga riconosciuto un anno di sconto sull'età pensionabile per ogni figlio partorito o adottato. L'Ape donna, come era stata presentata, consentiva un bonus contributivo massimo di 2 anni (4 figli). Qualora passasse la proposta dei sindacati, con 3 figli si avrebbero 3 anni di sconto. Per rimanere aggiornati con le ultime novità su Opzione Donna cliccate il tasto Segui in alto a destra.